‘RENZI DOVEVA DIMETTERSI DOPO LE AMMINISTRATIVE. ORA C’È DA RICOSTRUIRE L’UNITÀ DEL PD’ AFFERMA D’ALEMA CHE AVVERTE: ’SAREBBE IRRESPONSABILE IL VOTO ANTICIPATO’

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    “Immagino che in tempi rapidi, il presidente Mattarella dia l’incarico di formare un nuovo governo. C’è una maggioranza parlamentare, i parlamentari del Pd per il No hanno già detto che sosteranno il governo. Questa è la priorità. Dare un governo al Paese”. E’ il commento a caldo espresso da Massimo D’Alema, dopo aver seguito gli esiti dello spoglio dal comitato del No al Circo Massimo. “Non è responsabile l’idea di andare a elezioni in una situazione così caotica – ha avvertito l’ex segretario del Pd –  Occorre fare una legge elettorale, lo ha detto anche il presidente del Consiglio e non dimentichiamoci che sull’Italicum pende anche la sentenza della Consulta. Ora nel Pd serve una profonda svolta politica e c’è da ricostruire l’unità del partito. L’idea centrista del partito della Nazione è stata sconfitta insieme alla riforma”. Dunque, osserva ancora D’Alema: “Renzi dovrà riaprire un confronto vero sul futuro del centrosinistra italiano e comunque non mi pare che abbia parlato in alcun modo di dimettersi da segretario e poi i problemi del segretario del Pd li affronterà il Pd”. Intervenendo poi nel pomeriggio  a ‘Carta Bianca’, D’Alema ha ‘calcato la mano’ togliendosi qualche sassolino dalla scarpa:  “Renzi aveva detto che si sarebbe dimesso e lo ha fatto. Ma sarebbe stato ragionevole se si fosse dimesso dopo averci fatto perdere Roma, Torino e tante altre città. Lì ha perso come segretario del Pd. Il referendum è un referendum. Il governo è un’altra cosa”. E quando gli chiedono se siano ipotizzabili da parte di Renzi anche le dimmissioni da segretario Pd, D’Alema ripsonde senza esitare: “Non credo. Un segretario deve unire il suo partito, cercare di capire le ragioni della sconfitta e preoccuparsi del Paese, se conferma le sue dimissioni certamente dovrebbe sostenere un altro governo. Se Renzi si dimettesse da segretario, si andrebbe a un congresso del Pd in un clima avvelenato. Saggezza vorrebbe che si facesse una discussione seria nel Pd e si cercasse un terreno di ricomposizione – aggiunge ancora l’ex segretario Pd – Altrimenti rischiamo, altro che di ripartire dal 40 per cento… rischiamo una grave crisi. Noi siamo sconfitti. Lo siamo stati alle comunali e il Pd è stato trascinato alla sconfitta sul referendum. Ho letto dichiarazioni folli: ’ripartiamo dal 40%’. Sono parole prive di senso. I voti del referendum non sono voti di Renzi. Il Pci nel referendum sulla scala mobile, era solo, prese il 45% dei voti. L’anno dopo alle politiche, prese il 27%”, conclude D’Alema alludendo ai voti ottenuti dal Sì.

    M.