2018: il rock non esiste più

    Tanto tempo fa, esisteva una cosa chiamata rock. Il rock iniziò col bacino roteante di Elvis a scaldare gli animi dei più giovani nati nel dopoguerra, esplose col luccicante sound dei Beatles, prese forza e autocoscienza con le parole al veleno di Bob Dylan, con la psichedelia dei Pink Floyd e di Frank Zappa, innalzò rituali con Jimi Hendrix, Rolling Stones, Doors, proseguendo per almeno altri vent’anni a testimoniare le trasformazioni socioculturali. Ma oggi, cosa ne resta del rock, questa irripetibile magia della nostra società? Niente, solo un enorme e incolmabile vuoto. Il rock è morto, cari fratelli, è assente, latitante, sconvolto dai ritmi pop e hip hop, sottomesso alle proprie vecchie colpe e incapace interpretare le novità. Eppure molti non riescono a trovare una spiegazione. Provatelo: pronunciate il suo nome e vi troverete ancora oggi in pochi istanti accerchiati da ragazzi con magliette dei Metallica che vi insultano. A scrivere una sorte di ode ci ha pensato il solito e ineguagliabile Kanye West che per i Grammy del 2019 ha proposto un suo brano, Freeee (Ghost town Part 2), in lizza per la miglior canzone rock e miglior performance rock. Come se volesse significare il rock oggi sono io, èquesta la realtà, e del resto se andiamo a vedere i Grammy precedenti i fatti sembrano appoggiarlo: i vincitori sono stati Jay-Z, Kendrick Lamar, Bruno Mars. Il rock, messo in archivio nelle sue categorie, ha tenuto banco ai mastodonti tipo i Mastodon, appunto, Foo Fighters e Queens of the stone age, le regine dell’età della pietra, nome che oggi suona piuttosto uno schiaffo, e la miglior performance se l’ha aggiudicata Leonard Cohen col suo ultimo singolo pubblicato mentre ancora respirava, You want it darker. Sembrano segnali dell’armageddon. Per riscoprire cose che mantenessero ancora una fragranza contemporanea bisognava rifugiarsi nella categoria Best Alternative music album, per la quale infatti non si fa più ricorso alla parola rock. La realtà è che ai Grammy ormai il rock assomiglia al nonno che alle feste organizzate non si può non invitare, ma dal quale certo non ci si aspetta il rispolvero dei bei tempi andati. “Il rock è morto, o è solo vecchio?”, dice Bill Flanagan sul New York Times, ed è un altro modo di interpretare il problema: magari è old-fashion, stantio, legato a stereotipi logori ma certamente non è più musica per giovani ribelli.