50esimo anniversario dal concerto sul tetto dei Beatles

    3 Savile Row, Londra W1 era l’indirizzo dove era ubicato l’edificio che nel 1969 apparteneva alla Apple Corps, non di Steve Jobs, ma quella dei Beatles. I Beatles avevano acquistato il palazzo il 22 giugno 1968 per 500.000 sterline. Nella nuova proprietà dei Beatles soggiornava lo staff della Apple appena stabilitasi dall’estate del 1968: uffici di vario genere e grado, tra cui anche lo studio di un astrologo della compagnia. C’era anche un balcone, uguale a quello di un qualsiasi edificio del quartiere. Ma è lì che il 30 gennaio 1969 passò come data indimenticabile nella storia della musica. È lì che sorse il primo (o magari il più incisivo) segno situazionista della generazione rock. Ma procediamo con calma. All’alba del 2 gennaio 1969 i Beatles cominciarono negli studi di Twickenham le famigerate Get Back Sessions, che li tennero occupati per tutto il mese. A dicembre il loro Doppio bianco era balzato sulla vetta delle classifiche e, in particolar modo, aveva ulteriormente diffuso la fama musicale del complesso. Ma non a titolo gratuito: l’uscita del disco aveva provocato tra i quattro ferite fin lì appena percettibili. I rapporti si erano fatti tesi, e non solo per via di Yoko Ono. L’iniziativa, sostenuta soprattutto da Paul McCartney, era quella di esibirsi in un concerto live filmato dalle telecamere per uno show televisivo: titolo provvisorio Get Back. Stettero lì nove giorni, e l’atmosfera non era delle migliori. Litigi continui, parole pesanti. Nel film Let it Be, documentario che testimonia quelle giornate, questa fu la risposta di George Harrisonad una sollecitazione di Paul McCartney: “Ok. Vabbè, non m’importa. Suonerò quello che tu vuoi che io suoni, oppure non suonerò per niente, se è questo che vuoi. Farò tutto quello che vuoi, per farti contento”. In un’atmosfera calda, tra manifestazioni di rabbia e minacce di abbandono (sempre George) poi evitati, i Beatles dovevano scegliere il set del loro show.