ACCELERATA NEL MERCATO DELL’AUTO, VENDITE AUMENTANO DEL 15% IN ITALIA di Simone Lorusso

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    Quando Reid Bigland, responsabile commerciale della Fiat Chrysler Automobiles (FCA), ha dichiarato che “marzo è stato un mese difficile” nessuno  ci ha creduto veramente. Il motivo sta nei numeri da record che sta fatturando l’azienda italo-statunitense di John Elkann, per il sessantesimo mese consecutivo con un utile, a marzo un +2 per cento, nella casella delle vendite. “Cinque anni di aumenti consecutivi mese su mese sono concreta evidenza del nostro impegno al miglioramento continuo e fonte di grande orgoglio per l’intera organizzazione” ha sottolineato ancora Bigland, evidenziando la straordinarietà del progetto del gruppo Fiat. Per Fiat Chrysler questo si tratta del miglior marzo dal 2007 e il miglior mese in assoluto per il marchio Jeep. Il balzo avanti più incredibile è stato fatto registrare dalla Chrysler 200, +155 per cento, e Dodge Dart, con un aumento del 56 per cento. Le buone notizie, però, non provengono soltanto dagli Stati Uniti. Marzo 2015, infatti, è stato un mese di spinta soprattutto per ciò che riguarda il mercato italiano di FCA, con oltre 46mila immatricolazioni negli ultimi trenta giorni e un aumento di 17,1 punti percentuali delle vendite rispetto il mese precedente. Secondo i dati riportati dal ministero dei Trasporti i marchi più in crescita del gruppo sono quello Fiat, +15,9 per cento, e soprattutto Jeep che registra un +249,3 per cento nel mese e vendite quasi triplicate nel progressivo annuo. La ripresa dell’auto, comunque, non riguarda soltanto il gruppo FCA, in quanto le nuove immatricolazioni sono state oltre 161mila con un aumento di 15 punti percentuali. In attesa della rimessa in moto dell’economia FCA può festeggiare il miglior risultato degli ultimi 34 mesi, motivato da una speranza di ripresa spesso proclamata in questi ultimi mesi ma, al momento, ancora poco giustificata. “Una speranza da non vanificare”- come dichiara Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – “altrimenti c’è il rischio che questo recupero potrebbe svanire rapidamente”.