Accordo Sea Watch, Salvini sfida Conte: non entra nessuno

    E’ arrivata la risoluzione del caso Sea Watch 3 e Sea Eye: il governo di Malta ha dato l’ok per lo sbarco dei 49 migranti presenti sulle navi umanitarie, che dal 22 dicembre 2018 erano bloccate nel mar Mediterraneo in attesa di sbarcare in un porto sicuro. La svolta nell’accordo fra otto paesi europei, compresa l’Italia, nei quali saranno distribuiti i 49 migranti.

    Nel frattempo però Matteo Salvini si oppone clamorosamente all’accordo raggiunto, negando il suo consenso all’accoglienza e chiedendo un chiarimento alle forze di governo. Da Varsavia, dove ha incontrato il polacco ultraconservatore Jaroslaw Kaczynski, il vicepremier Matteo Salvini annuncia un vertice in serata in merito all’accordo sostenuto dal primo ministro per la ridistribuzione dei 49 migranti delle navi Sea Watch e Sea Eye, e dichiara: “Che siano otto o ottantotto migranti, non autorizzo nessuno a entrare in Italia”.
    “Le parole di Salvini sono una vera sfiducia per Conte” ha commentato il leader del Partito Democratico alla Camera Graziano Delrio, parlando di “Editto di Varsavia”. Per Delrio “queste continue fibrillazioni, che oggi prendono la forma di una vera sfiducia sul lavoro del premier, sono molto preoccupanti”.

    Il precedente scontro italiano fra il presidente del Consiglio Conte e Salvini aveva visto il premier parlare di caso eccezionale che comporterebbe la possibilità di accogliere poche donne e bambini, senza mostrarsi incoerenti ed infedeli alla linea di governo, mentre Salvini ha attaccato dicendo che non avrebbe cambiato mai idea: “Un fallimento riaprirebbe le porte al traffico di esseri umani. Chi vuole salvare vite deve bloccare i contrabbandieri e le ONG che con la loro presenza aiutano il lavoro sporco dei contrabbandieri. E se qualcuno, anche all’interno del governo, accetterà di cedere alle imposizioni di trafficanti e ONG se ne prenderà la responsabilità”. Il Presidente del Consiglio ha replicato al suo Ministro: “Se non li faremo sbarcare, li prenderò sull’aereo e li riporterò”.

    Nel frattempo arrivava l’apertura da parte di altri Stati europei. Francia e Germania si sono dette pronte a ricevere 50 persone ciascuna, anche il Portogallo ha dato la sua disponibilità ad accogliere 10 richiedenti asilo, così come Lussemburgo e Paesi Bassi (6 ciascuno) e la Romania, in quanto Presidenza di turno del Consiglio dell’UE, si è detta pronta a fare una piccola parte.

    Dal Vaticano era giunta la supplica di Papa Francesco in appoggio dei 49 migranti a bordo della Sea Watch e Sea Eye, le imbarcazioni delle ong che da diverso tempo attendono di approdare in qualche porto del Mediterraneo. Durante l’Angelus, il Pontefice ha chiesto ai leader europei di intervenire sul caso Sea Watch: “Da parecchi giorni quarantanove persone salvate nel Mare Mediterraneo sono a bordo di due navi di ong, in cerca di un porto sicuro dove sbarcare. Rivolgo un accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone”. Frasi, a sostegno di Sea Watch e Sea Eye, che ottengono l’appoggio della sinistra: “Da non credente – sostiene Nicola Fratoianni di Leu – dico grazie al Papa per le sue parole sul martirio dei 49 migranti”.

    Anche Roberto Saviano attacca il governo sul caso Sea Watch ed in particolare il vicepremier Luigi Di Maio. “Credo che si sia espresso in un modo assolutamente ambiguo, direi persino viscido, nel senso che il suo appello a donne e bambini è una specie di lacrima di coccodrillo” così lo scrittore a “Circo Massimo” su Radio Capital. Dopo aver affermato che Salvini ha bisogno dei migranti più di ogni altra cosa per creare consenso, Saviano specifica la sua personale visione del rapporto fra Di Maio e il leader del Carroccio: “Di Maio cerca di avere l’indipendenza dalla Lega, ma ad ogni sua dichiarazione c’è Salvini che arriva a tirargli le orecchie”.

    Intanto il premier di Malta Joseph Muscat rimane impassibile e ribadisce che la sua isola non diventerà la terra promessa dove vengono fatti scendere i profughi tratti in salvo dalle organizzazioni umanitarie che altri paesi non accettano. Muscat ha dichiarato che non è nelle sue veci di creare un unicum facendo approdare i 49 migranti che stanziano da giorni sulla SeaWatch. “Il governo – ha detto- deve trovare un equilibrio tra protezione di vite umane e proteggere Malta e la sua sicurezza, evitando che siano minacciate”. Anche Matteo Salvini non cambia idea. E torna a riaffermarlo su Facebook, dopo aver auspicato “dolci e dolcezza” a tutti i suoi seguaci per la festività dell’Epifania. “’L’Italia non è Salvinia’ dicono quelli della ong Sea Eye. Fate quello che volete, ma per chi non rispetta le leggi i porti italiani sono e rimarranno chiusi”, commenta sul suo account. Pochi istanti dopo – con un live video su Fb – afferma: “Quanti ne accogliamo? Zero. Se cediamo oggi, gli scafisti tornano a fare soldi”.

    La situazione della Sea Watch 3 rimane molto delicata. Il 4 gennaio Sea-Watch e Mediterranea sono salpate con due barche in una missione congiunta per raggiungere la Sea-Watch 3, da due settimane al largo della costa maltese in attesa di poter approdare, per fornire supporto e rifornimenti alla nave Sea Watch 3 con a bordo 32 persone donne, uomini e bambini, salvati nel Mediterraneo centrale il 22 dicembre. L’intento era quello di fornire supporto logistico e materiale alla nave, consentendo rifornimenti e cambi di equipaggio. Sempre il 4 gennaio una delle persone a bordo si è gettata in mare dalla poppa della nave, cercando disperatamente di raggiungere la costa di Malta a nuoto. La distanza fra la Sea Watch e la terraferma è di circa un km, ma la temperatura dell’acqua è di cinque gradi centigradi: fortunatamente l’uomo è stato recuperato dalle onde, in quanto non sarebbe sicuramente sopravvissuto alla traversata.