Achille Lauro, un 2019 in ascesa

     Il rapper a cui non piace solo la trap, Achille Lauro, uno dei rappresentanti della nuova onda, punta a strabiliare tutti con «Rolls Royce», il brano che ha cantato a Sanremo. Achille Lauro, a proposito del suo pezzo, ha detto: «Non è un brano d’amore. Non è trap. Tutti si aspettano che utilizzi l’autotune (il software che robotizza la voce, ndr), invece è qualcosa di più vicino agli anni 70-80, un nuovo rock ’n’ roll con dentro anche Elvis». Achille Lauro (che in realtà di cognome fa De Marinis) sta lavorando in tre campi contemporaneamente. 

    Achille Lauro, un 2019 in ascesa. Dopo Sanremo, anche biografia e docu-film per il trapper

    Primo: la musica per cui, oltre a Sanremo, e poi ad un album che in questa primavera promette scintille. «Ci saranno elementi trap, ma sarà un disco più suonato e maturo». Il Festival lo ha visto partecipare «come un esame universitario in diretta tv» e parte del «patrimonio culturale italiano che riunisce le famiglie come il Natale». Ma non finisce qui per l’artista che tanto sta facendo in questo periodo parlare di sé. C’è poi Sono io Amleto (Rizzoli), biografia di recente pubblicazione, in cui narra in un flusso di coscienza gli anni bui nella periferia romana, quando dormiva in macchina, quando spacciava o rapinava. «È una storia a lieto fine, un romanzo motivazionale e in parte anche educativo. Credo di essere un buon esempio: invece che scegliere la strada della droga e di altri problemi sono riuscito a uscire da un ambiente difficile e mi sono affermato con la musica. Il titolo ispirato a Shakespeare mi piaceva perché mostra come una tragedia possa diventare un successo». Terzo aspetto di quest’anno di Lauro, un docu-film in tre episodi, il primo in autunno, che narrerà della sua vita, ieri e oggi in fiction. I trapper «cattivi maestri» perché i loro brani si riferiscono solo a denaro e droga?