Al via contro i i rider a cottimo per ogni consegna

    Un nuovo emendamento firmato da Liberi e Uguali per tutelare i cosiddetti riders, i lavoratori che effettuano le consegne a domicilio: è Torino la prima città italiana a introdurre la nuova legge “omnibus” e lo fa soprattutto “per vietare il cottimo”, come afferma Marco Grimaldi capogruppo di Leu in Regione.
    “Il divieto di pagare a consegna – spiega Grimaldi – obbligherà le aziende a stabilire un minimo orario. E’ un modo per combattere il nuovo caporalato digitale, i cui costi sono tutti sulle spalle di chi fa le consegne. Se il nostro provvedimento dovesse essere impugnato, avremmo comunque dato un segnale al Parlamento e al Governo affinché si attivino per creare una normativa quadro che riconosca i profili di subordinazione di questi lavoratori, che di autonomo hanno solo il rischio al quale si sottopongono”.
    “Emerge intanto una tendenza all’oligopolio – prosegue l’esponente della sinistra – saranno ben duemila i riders di Foodora che resteranno a casa dopo che l’azienda sarà rilevata da Glovo. La società infatti non è obbligata ad assumere i fattorini perchè non sono formalmente dipendenti dell’azienda, ma lavoratori autonomi o, nella migliore delle ipotesi, co.co.co. Anche per questo il gruppo Leu ha sempre sostenuto che questi lavoratori andassero inquadrati come subordinati e aveva pronta una proposta di legge per il parlamento, con la quale si sanciva il divieto dell’uso del cottimo e si estendeva ai fattorini e ai lavoratori delle piattaforme tecnologiche una serie di diritti universali (condizioni contrattuali formulate per iscritto, spese commisurate all’utilizzo dei propri mezzi, tutele assicurative e previdenziali, formazione). Il contratto collettivo nazionale avrebbe in seguito riconosciuto l’entità e le modalità di determinazione del compenso minimo orario. Il 3 ottobre 2018 una commissione legislativa del consiglio regionale avrebbe potuto dare il via libera, dopo mesi, a questa proposta, ma la commissione è stata annullata per volere del movimento 5 stelle.” “Nel frattempo – come denunciato dai rider di Torino – il confronto del 7 novembre tra aziende, lavoratori del food delivery e sindacati, promosso dal ministro Di Maio nel tentativo di rimediare al fallimento della clausola rider del decreto dignità, non ha prodotto alcun avanzamento. Le aziende continuano a rifiutare sia il riconoscimento delle tutele tipiche del rapporto di lavoro subordinato sia l’abolizione dei sistemi di monitoraggio e classificazione delle prestazioni. Per questo, alla luce della stagnante situazione a livello nazionale e dell’interruzione dell’iter della legge, con il sostegno di altri consiglieri di maggioranza (relatore Daniele Valle), abbiamo presentato un emendamento alla legge regionale “omnibus” (legge annuale di riordino dell’ordinamento regionale). L’emendamento introduce per tutto il territorio regionale, nelle norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, della sicurezza e regolarità del lavoro, il principio secondo cui “al fine di incrementare la sicurezza sul lavoro, è vietato retribuire a cottimo le prestazioni dei lavoratori che svolgono, anche attraverso piattaforme digitali, il servizio di consegna a domicilio”.
    “Ogni mattina un fattorino si sveglia e sa che dovrà correre più veloce che mai, o la sua paga sarà da fame. La verità è che per i lavoratori delle piattaforme il rischio è quotidiano. Il rischio di perdere il lavoro, il rischio di farsi male – conclude Grimaldi. – “Perciò proviamo intanto a mettere un punto fermo, rivendicando la possibilità di vietare il cottimo su tutto il territorio regionale per il rischio concreto di incidenti, perchè essere pagato a consegna, per un fattorino in bicicletta, significa sentirsi obbligato a correre più veloce e mettersi in pericolo per fare più consegne possibile. Avevamo detto che non sarebbero stati i capricci di qualcuno a fermare il nostro lavoro su questo tema, e siamo andati avanti. Non crediamo che il governo possa e voglia sollevare dubbi di incostituzionalità senza aver risolto il problema”.