AMBIENTE: IGIENISTI, TROPPA BUROCRAZIA E POCHE CERTEZZE PER CITTADINI

    “L’Italia e’ un paese di controllori, di vigilanti e di burocrazie che affogano le imprese e lo sviluppo”. Parola di Carlo Signorelli, vicepresidente della Siti (Societa’ italiana di igiene, medicina preventiva e sanita’ pubblica) e assessore all’ambiente in Provincia di Lecco, nel corso del 46esimo Congresso nazionale della Siti, a Taormina.Nel settore ambientale – ricorda la Societa’ italiana di igiene – ci sono almeno 7 corpi ispettivi deputati ad attivita’ di vigilanza e ispettive, spesso non coordinati tra loro, che portano a una scarsa efficacia del sistema, poche certezze per i cittadini sui reali rischi per la salute e ’irruzioni’ sempre piu’ frequenti della magistratura per reati ambientali. Oggi sono deputati, a vario titolo, ai controlli ambientali l’Ispra, i Noe (Carabinieri), il Corpo Forestale dello Stato, le Polizie Provinciali, le Polizie Locali, le Asl con i laboratori (dove sono stati istituiti) e l’Arpa, creata dopo il referendum del 1993. A cio’ si aggiungono i controlli dei gestori del Servizio idrico e gli autocontrolli, introdotti anni fa dalla legislazione comunitaria e oggi sempre piu’ diffusi. Dalla sessione e’ emerso come il bilancio delle politiche ambientali italiane per la tutela della salute sia “largamente deficitario, come provato da alcuni casi eclatanti quali la diossina in Campania, il caso Ilva, l’arsenico nelle acque oltre che le numerose procedure di infrazione UE aperte”. Per la Siti, una delle ragioni “e’ la frattura mai sanata tra competenze sanitarie e ambientali, la normativa Ue talvolta inapplicabile e la mancanza di valutazioni di impatto sociale e sul mondo della produzione delle varie norme che spesso ignorano le priorita’ di salute sia in termini di veri rischi che di rischi presunti ma non provati. Cio’ ha minato la credibilita’ del sistema favorendo frequenti strumentalizzazioni”.