Approvato il decreto Milleproroghe: proteste del Pd

    Per il Governo giallo-verde arriva la prima fiducia: approvato in via ufficiale il decreto Milleproroghe 2018. Ad annunciarlo il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. Il decreto, approvato dunque da Lega-M5s, prevede una serie di novità, tutte accumunate però dallo stesso obiettivo: rinviare termini in scadenza (come nel caso delle graduatorie per la scuola o per l’ISEE precompilato, prorogato al 2019). Il Partito Democratico ha aspramente protestato dopo che aveva chiesto la sospensione dei lavori per dare modo al governo di chiarire le proprie intenzioni sui fondi alle periferie tagliati dal decreto, ma la Camera ha respinto la richiesta, in seguito all’incontro – avvenuto ieri sera – tra il premier Giuseppe Conte e l’Anci per raggiungere l’intesa.
    Molti dei deputati del Pd hanno così occupato l’Aula della Camera: alcuni di loro si sono seduti sui banchi del governo dopo l’apposizione della fiducia sul decreto Milleproroghe. Il Pd, come anche Fi e Fdi, mette in discussione la legittimità dell’atto, dato che la fiducia è stata autorizzata dal Consiglio dei ministri del 24 luglio, prima che il decreto fosse firmato dal presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
    Il premier Conte aveva trovato un compromesso con i sindaci sul piede di guerra attraverso una promessa (fatta nell’incontro con l’Anci a Palazzo Chigi): ripristinare in tre anni i fondi per i progetti ’già in fase avanzata’, usando lo strumento del ’primo decreto utile’. Un’idea che non convince affatto il Pd che ha avviato l’ostruzionismo alla Camera.

    “Abbiamo una soluzione, il principio è salvo, i fondi sono tutti salvi. Nel prossimo decreto del governo, la prossima settimana, saranno stanziati i fondi nell’arco di un triennio, sulla base delle effettive necessità dei Comuni”. Lo dice Antonio Decaro, presidente Anci, all’uscita da Palazzo Chigi. “Evidentemente è una mediazione, ma siamo partiti dalla decurtazione di 1,6 miliardi. Per alcuni non è la soluzione che volevamo ma abbiamo preso una decisione tutti insieme”, aggiunge.

    “Attraverso la conferenza unificata cercheremo di recuperare quegli 800 milioni che sono oggetto di una sentenza della Corte costituzionale. Saniamo l’incostituzionalità di quell’articolo 1 comma 140 che finanziava per la metà il bando per le periferie.

    Contemporaneamente con il prossimo decreto del governo recuperiamo la norma originaria dando la possibilità a tutti i Comuni di procedere con la progettazione”, spiega il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro. “Non tutti realizzeranno i progetti l’anno prossimo: le risorse saranno assegnate sulla base delle effettive necessità”, afferma.

    “Ho ascoltato con grande disponibilità le istanze dell’Anci – afferma in una nota Conte – e con i sindaci presenti ho condiviso l’obiettivo di avviare un percorso per giungere alla migliore soluzione possibile e nei tempi più rapidi. La soluzione che intendiamo adottare è quella di inserire nel primo decreto utile (successivo alla conversione del Milleproroghe) una norma che di fatto dia la possibilità di recuperare la realizzabilità dei progetti già in fase avanzata”.