Assange arrestato: l’ambasciata di Ecuador lo aveva cacciato

    E alla fine sono scattate le manette per Julian Assange. L’attivista, giornalista e fondatore della celebre piattaforma di “fuga di notizie” Wikileaks, è stato arrestato oggi a Londra, dopo che l’ambasciata dell’Ecuador, che prima gli assicurava protezione, gli ha revocato il diritto di asilo politico. Assange si trova adesso presso la stazione centrale di Scotland Yard in custodia, e presto sarà di fronte ai giudici, come ha specificato la polizia inglese. È accusato di aver violato i termini della cauzione nel 2012 per non essersi presentato di fronte al giudice, per poi rifugiarsi presso l’ambasciata dell’Ecuador: la previsione è di una pena fino a 12 mesi di carcere nel Regno Unito, mentre anche gli Stati Uniti ne hanno richiesto l’estradizione.

    Assange Arrestato: ecco i possibili scenari

    Come era lecito attendersi dopo la notizia secondo la quale l’ambasciata dello Stato di Ecuador aveva deciso di non ospitare più il fondatore di Wikileaks, Julian Assange è stato arrestato a Londra. “Posso confermare che Julian Assange, 7 anni dopo essere entrato nell’ambasciata ecuadoriana, è ora sotto custodia della polizia per affrontare debitamente la giustizia del Regno Unito”, ha dichiarato il ministro dell’Interno britannico, Sajid Javid, dando conferma di quanto appreso. “Voglio ringraziare l’ambasciata dell’Ecuador per la sua cooperazione e la polizia per la sua professionalità: nessuno è al di sopra della legge” ha proseguito il ministro.
    Il mandato d’arresto era stato emesso dalla corte di Westminster nel 29 giugno 2012: dopo sette anni, i poliziotti londinesi hanno preso in custodia Assange. Wikileaks aveva preannunciato quanto accaduto oggi, la scorsa settimana, dichiarando che di lì a poco Assange sarebbe stato mandato via dall’ambasciata ecuadoriana, e quindi tratto in arresto dalle autorità britanniche. In quella circostanza, l’Ecuador aveva preferito non commentare la notizia, anche se il ministro degli Esteri, Jose Valencia, aveva reso noto del riesame in atto al governo per quanto riguarda i suoi diritti d’asilo concessi. È arrivata poi ieri la denuncia di Wikileaks, la quale ha sostenuto che Assange sia stato oggetto di una sofisticata operazione di spionaggio in seno all’ambasciata, con l’obiettivo di mandarlo via o estradarlo. Kristinn Hrafnssonnon, direttrice di Wikileaks, aveva mancato però di fornire prove di quanto rivelato sulla piattaforma, limitandosi a dire che Assange sarebbe stato mandato via da un momento all’altro.