CAMORRA, PER DEPUTATO SARRO CHIESTO ARRESTO

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    Una richiesta di arresto nei confronti del deputato Fi-Pdl, Carlo Sarro, 55 anni, è stata inviata alla Camera dei Deputati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (pm Sirignano, Maresca e Giordano). L’accusa ipotizzata nei confronti del parlamentare è di corruzione aggravata dall’avere agevolato un’organizzazione camorristica. Carlo Sarro, il deputato di Forza Italia per il quale è stata inviata una richiesta d’arresto alla Camera dai pm della Dda di Napoli per corruzione aggravata dall’avere agevolato un’organizzazione camorristica, è componente della commissione Antimafia. Il suo nome è legato, tra l’altro, alla proposta di legge presentata in Parlamento dal 2013, e della quale si è molto discusso, per la sanatoria degli abusi edilizi. Il parlamentare, 56 anni, avvocato amministrativista, nato a Piedimonte Matese (Caserta), è alla sua seconda legislatura: in quella precedente ha ricoperto l’incarico di senatore. A Montecitorio è stato eletto a marzo del 2013 nella circoscrizione Campania 2. Attualmente è anche vicepresidente della commissione Giustizia di Montecitorio. I Carabinieri del Ros stanno eseguendo 13 ordinanze contro componenti e favoreggiatori del gruppo Zagaria del clan dei Casalesi accusati di associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbata libertà degli incanti e finanziamento illecito ai partiti. In corso anche il sequestro preventivo di conti correnti per 11 milioni di euro. L’inchiesta della Dda di Napoli riguarda fra l’altro un sistema di corruzione negli enti dei servizi idrici della Regione Campania e finanziamenti illeciti a politici locali.  Figurano anche l’ex sindaco di Caserta, Pio del Gaudio, e due ex consiglieri regionali della Campania tra i destinatari delle 13 ordinanze eseguite dai carabinieri del Ros nei confronti di componenti e favoreggiatori della fazione Zagaria del clan dei Casalesi. I provvedimenti richiesti dalla DDA di Napoli riguardano gli ex consiglieri regionali Angelo Polverino eTommaso Barbato, quest’ultimo candidato alle scorse elezioni regionali in Campania ma non eletto. Tommaso Barbato, ex senatore Udeur, destinatario oggi di un provvedimento cautelare d’arresto nell’inchiesta della Dda di Napoli sul clan dei Casalesi fu protagonista, a Palazzo Madama, dello sputo al collega Nuccio Cusumano. All’annuncio di Cusumano di votare la fiducia a Prodi contro l’indicazione del gruppo Udeur, il capogruppo Barbato prima gli fece le corna, poi gridò “traditore”, “pezzo di m…”, e dopo essersi lanciato verso di lui gli sputò contro per superare il muro dei senatori che lo avevano bloccato.  “La richiesta dell’arresto del deputato Sarro per aver favorito il clan Zagaria traccia un quadro devastante in Campania: prima le mani sul gas, oggi sull’acqua. Proprio il Movimento Cinque Stelle aveva allertato l’Anac, attraverso un esposto del portavoce Luigi Gallo, sull’incompatibilità in qualità di commissario dell’Ato3, una gestione che aveva visto continui rincari a spese dei cittadini”. Lo rilevano in una nota i componenti della Commissione Antimafia del MoVimento 5 Stelle. “Oggi assistiamo a una vera e propria ecatombe della politica corrotta”, proseguono i parlamentari pentastellati, “non possiamo che plaudire all’operato della magistratura e delle forze dell’ordine e dimostrare, ancora una volta, come siamo in anticipo sempre sugli arresti, semplicemente denunciando la corruzione. Ormai tutto il lavoro del Parlamento si concentra nella Giunta per le Autorizzazioni, ogni giorno c’è una richiesta di arresto di un deputato o un senatore. Questo è quanto denunciamo da anni, le nostre Istituzioni sono inquinate, infiltrate fin dentro il Parlamento. Questa gente siede dove vengono scritte le leggi – ricordano i componenti M5S dell’Antimafia – per proprietà transitiva le leggi vengono scritte dalle mafie. Vogliamo che i cittadini comprendano quanto sia grave non ribellarsi sempre di più alla corruzione: luce, gas, tutti costi che hanno riempito le tasche di veri e propri criminali in giacca e cravatta. La povertà e i disagi sono dovuti a questa classe politica che non si può definire tale, ma piuttosto – concludono – una classe criminale che ha affamato interi pezzi d’Italia e continua a farlo”.