Caos Carige Di Maio: non come Etruria. I Dem attaccano

    Sempre più acceso il dibattito dopo l’intervento del governo a sbloccare il Caos Carige. Se le opposizioni attaccano, il governo difende il piano di supporto dell’istituto bancario ligure e quello che da più parti viene già ricordato come ’salvataggio a 5 stelle’.
    Al centro delle accuse delle forze di opposizione ci sono Conte, con i presunti legami che porterebbero ad un conflitto di interesse già smentito da Palazzo Chigi, e ovviamente il vice premier Di Maio.
    Il Caos Carige è stato sbrogliato da un decreto che prevede un ombrello pubblico e una possibile nazionalizzazione che sembrebbe smentire, secondo quanto dicono ad esempio Renzi, Boschi o Zingaretti, il modus operandi di Di Maio e dei ’grillini’. I quali nel passato avevano fortemente criticato l’operato del governo renziano sul caso Mps, promettendo che il M5S non avrebbe mai messo soldi pubblici nelle casse degli istituti di credito.
    La realtà descritta dal Movimento è però differente. Di Maio: “Carige pubblica sarà banca d’investimento dello Stato” – “Se lo Stato dovesse ricapitalizzare Carige lo farà per diventarne il proprietario. O si nazionalizza o non si mette in euro”. Lo ha detto su Facebook il Vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio che ha promesso di “punire i banchieri che l’hanno ridotta così”.
    “La nazionalizzazione sarebbe temporanea”, ha detto invece, durante il Question Time alla Camera, il Ministro dell’Economia Giovanni Tria.
    Resta ad ogni modo la sussistenza di un vero e proprio Caos Carige in Italia. Mentre dalla opposizione arrivano accuse e critiche pesanti che alimentano appunto un caos Carige decisamente copioso, Di Maio si schiera ovviamente, con risolutezza col fronte del ’sì’ nel merito del Dl.
    Secondo l’interpretazione del leader del movimento cinque stelle e vice premier tutto questo movimento di accuse che alimenta un caos Carige piuttosto acceso sarebbe strumentale. Dal momento che, come ammette Di Maio “non sarà come Etruria perchè salviamo tutti gli obbligazionisti e correntisti” e “non sara’ come le banche venete perchè non la venderemo a due euro dopo averla ripulita dei debiti con i soldi pubblici. Renzi e la Boschi che fanno le vittime – sostiene Di Maio respingendo al mittente tutto il Caos Carige – fanno ridere i polli: se avessero fatto come noi non ci sarebbero stati risparmiatori sul lastrico”.
    Di Maio usa i social network per snocciolare un vero e proprio decalogo per smontare le accuse: “Quante balle: non abbiamo dato un euro alle banche. Abbiamo scritto in una legge che se serve lo Stato potra’ garantire nuovi titoli di Stato e potra’ ricapitalizzare. Speriamo non serva. Se si dovesse usare quella garanzia o se si dovessero mettere soldi pubblici – sostiene – banca Carige deve diventare di proprieta’ dello Stato. Ovvero deve essere nazionalizzata. In questo modo non ci sara’ nessun regalo ai banchieri e nessun azionista e obbligazionista truffato”. Di Maio dunque garantisce che “non sara’ come Etruria”.
    Nelle stesse ore, erano arrivate dure critiche anche sulla legittimità del decreto. Il capogruppo dem in commissione Bilancio della Camera, Luigi Marattin, su Facebook accusava: “Il presidente del Consiglio è stato socio di Guido Alpa, a lungo consigliere di Carige e della sua Fondazione. Conte stesso è stato consulente di Raffaele Mincione, banchiere socio Carige”. Affermazioni immediatamente respinte da fonti di Palazzo Chigi: nessun conflitto di interessi, diretto o indiretto, per il presidente Conte.