Caso Altaforte, Chiamparino-Appendino: scelta di campo

    “Si tratta di una decisione politica, una scelta di campo”: in questi termini, senza troppi giri di parole, si è espresso il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, in merito alla scelta condivisa con a Città di Torino di escludere la casa editrice Altaforte dal Salone del Libro di Torino. La scelta di porre fine alla questione che ha fatto tanto discutere in queste ore tramite la decisione di rescindere il contratto è arrivata alla fine di una snervante riunione tenutatasi in Regione con la partecipazione di Chiamparino, della sindaca di Torino, Chiara Appendino, e naturalmente di tutti gli organizzatori del Salone del Libro col fine ultimo, abbastanza chiaro, di trovare una strada che potesse mediare e rendere possibile ad Halina Birenbaum di tenere la sua lezione. 

    Caso Altaforte, Chiamparino-Appendino: scelta di campo. Condivisione piena anche della Appendino

    Ma una mediazione non è stata possibile, ed è per questo che la scelta si sarebbe alla fine orientata proprio sul sentiero della rescissione il contratto per ragioni politiche. In i alla decisione, ne è stato dato ampio ragguaglio anche al prefetto di Torino, Claudio Palomba, e al questore Giuseppe De Matteis. “Una scelta di campo”: ne ha parlato in questi chiari termini la sindaca di Torino, Chiara Appendino, a cui è stato chiesto di commentare la decisione presa dal Comune e dalla Regione Piemonte. “Ci è stato sostanzialmente chiesto di fare una scelta di campo e non era possibile far convivere due momenti e direi due mondi – ha chiarito la sindaca Appendino – e abbiamo fatto una scelta che tutela la storia della nostra città e del nostro Paese: oggettivamente, è una scelta di campo”. Inoltre la sindaca ha spiegato che “abbiamo inviato la pec con la notifica delle motivazioni, relative al fascicolo aperto dalla giustizia; il fatto di oggi è aggiuntivo e nuovo e quindi abbiamo chiesto di agire in tal senso, visto che le istituzioni hanno ruolo importante all’interno del Salone del Libro di Torino e dobbiamo tutelarne l’immagine e la storia, nonché quelle della nostra città”.