Chiusure domenicali, la proposta dell’esecutivo che divide lavoratori e non

    Ha alzato innumerevoli polemiche e discussioni la recente decisione del Governo che riguarda la chiusura domenicale delle attività commerciali. Se la proposta diventasse legge, abrogando di fatto quanto previsto dal famoso Decreto Salva Italia, approvato dal Governo Monti, i negozi non potrebbero più restare aperti di domenica, salvo alcune eccezioni che verranno specificate nel testo. L’obiettivo dell’esecutivo è sostanzialmente quello di permettere ai dipendenti di utilizzare questo giorno festivo per passare del tempo con la propria famiglia.
    Doveroso chiarire che il provvedimento non riguarda però l’intero fine settimana, ma soltanto la domenica, il sabato infatti  non può essere considerato un giorno festivo. La legge italiana stabilisce che l’orario di lavoro si articola solitamente su cinque giorni a settimana; il sesto giorno è da considerare – in via generale, ma con possibilità di deroga da parte dei singoli CCNL e contratti collettivi – come una giornata non lavorativa mentre il settimo (che solitamente coincide con la domenica) come un giorno di riposo settimanale. La domenica, quindi, è l’unico giorno festivo della settimana: ciò significa che qualora non sia previsto dal CCNL di riferimento o dal contratto individuale, firmato dal lavoratore, non si può costringere quest’ultimo a lavorare di domenica.
    Parimenti, nel caso in cui il dipendente accetti di lavorare di domenica questa giornata deve essere retribuita tenendo conto delle maggiorazioni previste per i giorni festivi. Ciò non avviene per il sabato, considerato a tutti gli effetti come un giorno feriale. Questo significa che nel caso in cui un lavoratore, impiegato secondo contratto per 5 giorni a settimana (sabato e domenica esclusi), decida di lavorare eccezionalmente anche di sabato, accettando l’invito del proprio datore di lavoro questo non beneficerà del riposo compensativo, ma avrà comunque diritto a una maggiorazione di retribuzione secondo quanto previsto dal contratto collettivo di riferimento. Non ci sono leggi che vietano il lavoro di sabato; quindi qualora sia considerato come un giorno lavorativo dal contratto di lavoro firmato dal dipendente questo non avrebbe diritto neppure a una retribuzione maggiorata (salvo diverse disposizioni da parte del CCNL di riferimento).