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    Cina, distrutte milioni di copie del Quotidiano del Popolo: manca il nome di Xi

    (Adnkronos) – Milioni di copie del Quotidiano del Popolo finite al macero dopo aver dimenticato per errore il nome del presidente Xi Jinping in un articolo. Secondo quanto riferito da alcune fonti a Radio Free Asia, l’articolo incriminato sarebbe un corsivo a pagina 5 dell’edizione del 30 marzo: “L’unità e la lotta sono l’unico modo per il popolo cinese di forgiare un’impresa storica” dove si celebravano i successi della Cina sotto Xi.  

    L’errore riguardava solo la versione cartacea e la frase incriminata era la seguente: “Il governo centrale con al centro il compagno valuta la situazione” dove dopo la parola “compagno” non compariva il nome di Xi. 

    Nonostante l’ordine tassativo delle autorità di mantenere riservato il richiamo delle copie, alcune ore dopo è trapelata una nota interna che obbligava la sospensione delle consegne del giornale per la distribuzione e richiamare le circa tre milioni di copie già spedite.  

    Errori considerati incidenti politici
     

    Tuo Zhen, l’attuale direttore del Quotidiano del Popolo, potrebbe perdere il posto a causa dell’accaduto. Con l’ex presidente Mao Zedong, questa tipologia di errori hanno anche portato a sanzioni e accuse di crimini controrivoluzionari.  

    Secondo un ex redattore del turno di notte di un organo di stampa ufficiale cinese, l’errore del Quotidiano del Popolo ha causato la: “Paralisi dell’intero apparato di propaganda ufficiale, a causa dei timori per le potenziali ricadute”.  

    L’articolo in questione è stato scritto da un autore con lo pseudonimo di “Ren Ping” la cui identità non è stata rivelata. “La punizione o meno dell’autore dipende dall’umore dello stesso Xi” ha sottolineato infine il redattore. 

    Radio Free Asia ha poi evidenziato che per evitare questo genere di errori: “La bozza finale di qualsiasi articolo dei media ufficiali cinesi viene sottoposta ad almeno cinque editing prima di essere pubblicata, ma nessuno in questo caso sembra aver colto l’errore”.