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Cina-Usa, Trump corregge Navarro: “Accordo intatto”. Oggi in vendita il libro di Bolton

Il chiarimento del tycoon dopo le dichiarazioni del consigliere Navarro. In libreria The Room Where It Happened

“L’accordo commerciale con la Cina è completamente intatto. Se tutto va bene continueranno a essere all’altezza dei termini dell’intesa”. Così in un tweet il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per chiarire alcune dichiarazioni del suo consigliere Peter Navarro.

In un’intervista rilasciata alla Fox Navarro, economista e uomo di fiducia di Trump, aveva accennato a una rottura dell’accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina a causa del coronavirus. C’è “mancanza di fiducia”, aveva detto il consigliere. Subito dopo che l’intervista è andata in onda ha corretto il tiro: “Parole fraintese” dai media ed “estrapolate dal contesto”. Le sue dichiarazioni hanno fatto affondare i futures sugli indici di Wall Street.

Bolton, in vendita il libro scandalistico

Intanto, dopo il via libera del giudice federale Royce Lamberth, è in vendita da oggi il libro scandalistico di John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza Nazionale dall’aprile 2018 al settembre 2019.

Il libro si intitola The Room Where It Happened: A White House Memoir e ripercorre la sua esperienza alla Casa Bianca a fianco di Trump. Sono tante le informazioni rivelate, alcune già fatte trapelare dai media. Il rapporto con Cina, Ucraina e con il turco Recep Tayyip Erdoğan sono solo pochi dei temi toccati. Il tutto collegato all’opportunismo elettorale del tycoon. “Mi è difficile – dice Bolton – identificare una decisione di Trump durante la mia permanenza alla Casa Bianca che non sia stata dettata da calcoli per la rielezione”.

Trump, stretta sui visti di lavoro

Nel frattempo Trump ha firmato un provvedimento che prevede la sospensione fino alla fine del 2020 di alcuni visti di lavoro negli Usa. Una misura a tutela dei lavoratori americani per la ripresa dalla crisi economica causata dal coronavirus. La decisione è stata criticata dalle multinazionali Amazon, Google e Twitter. Il provvedimento, spiega il portavoce del social di San Francisco, “mina uno dei maggiori asset economici dell’America: la sua diversità”.

Mario Bonito