COLPI DI FULMINI, CRISI INTERIORI, CONFLITTUALITÀ CON I SUPERIORI: OGNI ANNO 1.000 SACERDOTI ABBANDONANO LA TONACA

    Sebbene i dati complessivi riguardano un periodo di tempo che va dal 1964 al 2004, riferiti dall’associazione ’Amici di Lazzaro’, che ha attinto dalla Congregazione per il Clero (dove vengono raccolte le informative delle singole diocesi pervenute al Vaticano), sono comunque numeri che impressionano: in 40 anni circa 70mila sacerdoti hanno abbandonato la tonaca. C’è anche da aggiungere però che di questi oltre 10mila hanno poi deciso di riprendere il ministero religioso. Esattamente non è possibile stabilire con certezza quanti siano i preti attualmente sposati, ciò che poi preoccupa davvero è la continua emorragia di pastori le cui defezioni viaggiano ad una media annua di uno ogni 400 preti, pari allo 0,26% del totale. Di questi la metà chiede la dispensa dagli obblighi derivanti dallo stato sacerdotale (il celibato e la recita del breviario). Dispense che in occasione del Grande Giubileo di Papa Giovanni Paolo II, nel 2000, sono state concesse in 571 casi. Nello stesso anno gli abbandoni sono stati 930 (con 89 reintegri). Nel 2002, sono stati registrati 1.219 abbandoni (con 71 reingressi); nel 2004 1.081 abbandoni (56 reingressi); e nel 2006 la Congregazione per il Clero ha ricevuto 804 richieste di dispensa. E’ stato inoltre calcolato che, mediamente, l’abbandono avviene dopo 13 anni di ministero, e riguarda preti ordinati a 28 anni, dunque intorno ai 50 anni al momento della richiesta della dispensa, in quanto per poterla chiedere debbono attendere una decina di anni. E dunque il 50% di quanti chiedono la dispensa risulta essere già sposato civilmente,. Di questi il 15% convive mentre, il 35% vive ancora in solitudine. Premessi i ‘colpi di fulmine’, sono molte e diverse le motivazioni dalle quali scaturiscono le cause degli abbandoni, anche se non mancano casi di crisi di fede, di conflittualità con i superiori o di difficoltà con il magistero, depressioni e gravi limiti caratteriali. Stilando una sorta di ‘mappatura’ relativa agli abbandoni, la maggior parte delle defezioni giungono dall’America quindi, a seguire, dall’Italia, dalla Spagna, dal Brasile, dalla Polonia, dal Messico, dalla Germania, dalle Filippine, dall’Argentina, dall’India, dalla Francia, dall’Irlanda, e dal Canada.
    M.