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Conte annuncia l’ennesima ‘cariolata’ di mld, sfida l’Ue, e avverte: distanza e mascherina fino al vaccino

Giuseppe Conte

Dunque il premier ha pronunciato l’attesa informativa al Senato (e poco dopo alla Camera), su quello che sarà l’imminente decreto che, come vedremo, seppure riserba qualche novità – come per la riapertura – è comunque ancora tutta da discutere…

Non un bazooka ma arriva una bella ‘bombetta’

Intanto, in pieno ‘stile Conte’, anche se stavolta non si parla di bazooka ma di una ‘bombetta’, il premier esordisce annunciando subito l’arrivo di un’altra ‘cariolata’ di miliardi (ma dove li prendiamo?). “Dobbiamo potenziare ulteriormente la nostra risposta di politica economica – ha spiegato il presidente del Consiglio – Per tale ragione, in aggiunta ai 25 mld di euro già stanziati con il ‘Cura Italia’, il governo invierà in brevissimo al Parlamento un’ulteriore relazione contenente la richiesta di scostamento dagli obiettivi di bilancio pari alla cifra ben superiore a quella stanziata a marzo. Una cifra davvero consistente, non inferiore a 50 miliardi di euro che si aggiungeranno ai 25 mld già stanziati per un intervento complessivo non inferiore ai 75 miliardi di euro”. 

“La pandemia ha indotto misure di estrema urgenza”

Quindi il premier ha tenuto a precisare che quest’informativa “mi consente di offrire al Parlamento un quadro compiuto delle più recenti iniziative che il governo ha adottato sul piano interno e un aggiornamento sulle iniziative che, a livello europeo, sono in programma per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Questo passaggio viene compiuto nella chiara consapevolezza, di chi vi parla ma anche dell’intero governo, della necessità di coinvolgere appieno il Parlamento. La pandemia ha costretto a misure di estrema urgenza adottate sempre nel rispetto dei principi di massima precauzione e di proporzionalità – ha tenuto ad osservare – In ogni più delicato passaggio, ho sempre avuto la massima premura affinché fosse preservato il delicato equilibrio fra i molteplici valori coinvolti, tutti di rango costituzionale, e affinché fosse assicurato che i diversi organi costituzionali, ciascuno espressione di irrinunciabili garanzie, fossero coinvolti nella misura più ampia possibile, soprattutto a tutela del principio supremo di democraticità che informa di sé l’intero ordinamento giuridico”.

“Distanza e mascherina aspettando una terapia o il vaccino”

Tuttavia, anche con l’allentamento delle misure, rimangono invariate determinati accorgimenti, premette Conte, come ”Mantenere e far rispettare, a tutti i livelli, le misure per il distanziamento sociale e promuovere l’utilizzo diffuso dei dispositivi di protezione individuale, fino a quando non saranno disponibili una specifica terapia e un vaccino.  Non ci sfugge la difficoltà per i cittadini di continuare ad osservare limitazioni profonde che hanno modificato le nostre vite – ha osservato – Il ritorno alla normalità è un’aspirazione comprensibile di tutti”, sottolinea Conte.

“Un programma omogeneo di progressive aperture”

Dunque, ha proseguito il premier, Non ci sfugge la difficoltà per i cittadini di continuare ad osservare limitazioni profonde che hanno modificato le nostre vite. Il ritorno alla normalità è un’aspirazione comprensibile di tutti” e, per questo, ha aggiunto, “Stiamo elaborando un programma di progressive aperture omogeneo su base nazionale, e che ci consenta di aprire buona parte delle attività produttive e commerciali tenendo sotto controllo però la curva del contagio, in modo da intervenire laddove questa si innalzi oltre una certa soglia, soglia che non pensiamo debba essere formulata in termini astratti ma che vogliamo sia commisurata alla ricettività delle strutture ospedaliere di riferimento“.

“Le riaperture delle attività con un piano articolato”

Si prospetta adesso una fase molto complessa – ha evidenziato il premier – nella quale si procede ad un allentamento delle restrizioni che riguardano attività produttive e commerciali. Stiamo facendo il possibile per preservare l’efficienza del tessuto produttivo. Riaprire ma sulla base di un piano ben strutturato articolato che prevede una nuova organizzazione del lavoro, di trasporti e di tutte le attività connesse”. Quindi, ha continuato, ”Una volta completato questo programma, lo discuteremo con tutti i soggetti interessati: enti locali, imprese, sindacati. Si tratta di uno dei passaggi più sensibili. Siamo consapevoli che un’imprudenza, un’avventatezza in questa fase può compromettere tutti i sacrifici che con responsabilità e disciplina abbiamo affrontato fin qui”.

“Maggiore prevenzione sanitaria, specie nelle Rsa”

Il premier ha spiegato inoltre che “il governo si sta adoperando perché siano rafforzati tutti i servizi di prevenzione e sta sollecitando una rinnovata integrazione tra le politiche sanitarie e quelle sociali, con particolare attenzione a case di cura e residenze sanitarie assistenziali, dove si è verificata, purtroppo, un’esplosione incontrollata dei contagi, specialmente in alcune aree del Paese”.

“L’uso dell’app per evitare focolai, ma sarà volontario”

Poi il presidente del Consiglio è entrato nel vivo di una tematica, che nelle ultime ore sta ‘appassionando’ il dibattito nel Paese: “occorre un rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti, il cosiddetto contact tracing, e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie. L’immediatezza nella individuazione dei contatti stretti dei casi positivi e il loro conseguente isolamento sono cruciali per evitare che singoli contagiati possano determinare nuovi focolai. Per questo, un’adeguata applicazione informativa direttamente disponibile su smartphone è uno strumento essenziale per accelerare tale processo”.

Nello specifico, l’applicazione ‘Immuni’, ha spiegato il premier, sarà “offerta su base volontaria e non obbligatoria e faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazione nei movimenti o altri pregiudizi. Un team composto dal ministero dell’Innovazione, dal ministero della Salute e da esperti in sicurezza cibernetica sta affiancando il Commissario Arcuri al fine di implementare questa applicazione nel migliore dei modi e con le più elevate garanzie”.

Il Parlamento si farà garante dell’uso in sicurezza

Motivo questo, ha aggiunto, per il quale ”Ho dato indicazioni affinché i capigruppo, di maggioranza e di minoranza, siano costantemente informati su questo processo applicativo. Io stesso mi riservo, in una fase più avanzata, di riferire puntualmente alle Camere sui dettagli di questa applicazione, nella consapevolezza che il coinvolgimento del Parlamento deve essere pieno e stringente, essendo coinvolti diritti costituzionali fondamentali, come la dignità della persona, il diritto alla riservatezza e all’identità personale, come pure la tutela della salute pubblica e, non ultima, l’esigenza di proteggere un asset informativo di primaria importanza nella logica degli interessi strategici nazionali”.

“Ue: non accetterò un compromesso al ribasso”

Finalmente poi, il ‘nodo’ atteso da tutti: l’Europa. Qui Conte ha subito tenuto a chiarire che Non ci saranno alcuni vincitori e alcuni perdenti. O vinceremo tutti, o perderemo tutti…” ha rimarcato, in merito al negoziato sul sostegno per l’emergenza Covid-19. ”Non potrò accettare un compromesso al ribasso. ‘Le consultazioni con i Paesi del G7 – ha spiegato – hanno fatto da subito emergere la magnitudo dello spazio fiscale messo in campo da Usa, Cina e lo stesso Giappone. Di fronte a risposte di diversi trilioni di dollari, la risposta complessiva europea’ all’emergenza economica legata al Covid-19 non si è ancora configurata di livello adeguato. Per questa ragione non potrò accettare un compromesso al ribasso, non siamo di fronte a un negoziato a somma zero”.

“Recovery fund se conforme ai trattati e da subito”

Quindi ecco il Recovery fund, a suo giudizio una parte essenziale nell’ambito della trattativa in att a Bruxelles. “Questo nuovo strumento di finanziamento dovrà essere conforme ai trattati perché non abbiamo tempo per modificarli. Va gestito a livello europeo senza carattere bilaterale, deve essere ben più consistente degli strumenti attuali, mirato a far fronte a tutte le conseguenze economiche e sociali, dovrà essere immediatamente disponibile e se dovrà ricadere nel quadro finanziario pluriennale dovrà essere messo a disposizione subito, attraverso garanzie che ne anticipino l’applicazione“.

Mes, Conte sembra ora guardarlo da altra prospettiva

Quanto invece al ‘vituperato’ Mes, per il quale sarebbe stata individuata un’inedita  attivazione di “una linea di credito dedicata alle spese sanitarie ed erogata dal Meccanismo europeo di stabilità, l’ormai famigerato Mes, si è alimentato, nelle ultime settimane, un dibattito che rischia di dividere l’Italia in opposte tifoserie. L’Europa – ha tenuto a precisare il premier – non deve ritrovarsi nuovamente a chiedere scusa, nei confronti di nessun Paese, come è successo in passato, quando ha imposto alla Grecia programmi particolarmente severi. Di qui la mia posizione di assoluta cautela, di fronte alla sfida epocale che abbiamo di fronte, non si può pensare che la risposta possa essere affidata a interventi modesti sul piano finanziario, e per di più basati su un accordo intergovernativo come il Mes, pensato per gestire crisi assai diverse”. Piuttosto, ha invece ribadito, “insieme ad altri otto Paesi membri, l’Italia ha lanciato una sfida ambiziosa all’Europa, invitandola a introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al più presto questa crisi. Alcuni di questi Paesi, che hanno condiviso questa nostra impostazione, hanno dichiarato da subito – lo voglio dire apertamente, la Spagna – di essere interessati al Mes, purché non abbia le rigide condizionalità applicate in altre circostanze, ma solo la condizione che l’utilizzo del finanziamento sia per far fronte alle spese sanitarie, dirette e indirette”. Dunque, ha poi aggiunto ‘tradendo’ in cuor suo ‘un ragionato’ cambio di valutazione su questa misura, “Rifiutare la nuova linea di credito significherebbe fare un torto ai Paesi, che pure sono a noi affiancati in questa battaglia, e che intendono invece usufruirne. Resto però convinto che all’Italia serva altro“.

L’apertura (tardiva) all’opposizione e i fischi dai banchi

Quando poi, a fianco del ‘dovuto’ inerente l’informativa, il premier si è avventurato sul terreno prettamente politico, si è scatenato il finimondo. Ringrazio in particolare la maggioranza che sostiene il governo, i presidenti dei gruppi in primo luogo, ma anche ogni singolo parlamentare, per l’impegno, l’apporto costruttivo, anche critico, e il sostegno che non ci state mai facendo mancare’’, ha dapprima affermato Conte poi, quando ha tentato di rivolgersi all’opposizione (“In un momento così difficile per la vita della Nazione, desidero confermare la piena disponibilità al dialogo mio e dell’intero governo con le forze dell’opposizione…’’), dai banchi dell’opposizione si sono levate urla, fischi e “Buuuu”, che hanno indotto la presidente Casellati  a mitigare gli umori chiedendo “rispetto”. Alche Conte è riuscito ad abbozzare un “il contributo di una opposizione responsabile e consapevole della gravità dell’ora troverà sempre apertura e considerazione’’.

Max