Conte e Di Maio, fuoco incrociato su Salvini

    Continuano i dissapori all’interno del governo gialloverde, con Salvini sempre nell’occhio del ciclone. Di Maio da una parte, che affida a Facebook l’ennesima frecciata al collega vice premier, e il presidente del Consiglio Conte dall’altro lato, nel suo caso in un’intervista rilasciata a El Paìs: “L’idea che nel governo comandi Matteo Salvini è una illusione ottica”.

    Conte e Di Maio, “Non comanda Salvini”, “Lega non perda la testa”

    Il quotidiano spagnolo ha infatti sollecitato il premier italiano su Salvini. “Alla guida di  questo governo ci sono io – ribadisce Conte. “Salvini, come Di Maio, sono i vicepresidenti e leader delle due forze che lo compongono. Se da fuori o dall’estero si è più colpiti dal ruolo o dall’immagine di Salvini, che ha una grande capacità comunicativa, e si crede che nel governo comandi lui, è un’illusione ottica”. Detto questo, Conte getta acqua sul fuoco. “Negli ultimi mesi siamo sempre stati in campagna elettorale. E ora, sulla strada per le europee, è evidente che due forze politiche che non sono in coalizione e sono in concorrenza, possano avere momenti di tensione”.
    Anche Luigi Di Maio è andato a pungolare Salvini e il suo partito, affidando il suo pensiero al messaggio a Facebook nel messaggio mattutino. “Senza urlare o sbraitare, senza minacce al mondo, in poche ore, grazie soprattutto al lavoro del presidente Conte, siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo però che ad occuparsene non fosse nuovamente l’Italia, ma l’Europa!”. Così Di Maio commenta la notizia dei 36 migranti salvati dalla Marina militare. “Se quando nasce un problema il tuo primo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c’è qualcosa che non va”. E poi sul caso Siri:  “Ci auguriamo che dopo il caso Siri la Lega non perda la testa. Comprendiamo la loro difficoltà di ritrovarsi, dopo nemmeno 10 mesi di legislatura, un proprio sottosegretario indagato per corruzione in un’inchiesta dove c’è anche la mafia, ma questo non giustifica certi atteggiamenti. Non siamo dei bambini, siamo dei ministri e veniamo pagati per costruire un futuro al Paese, non per lamentarci”.