Home NOTIZIE LOCALI Coronavirus, a Roma i “furbetti” dei buoni spesa. Raggi: “Vi becchiamo e...

Coronavirus, a Roma i “furbetti” dei buoni spesa. Raggi: “Vi becchiamo e vi portiamo davanti al giudice”

Buoni spesa richiesti dalla stessa persona in più municipi, ma anche da persone che un lavoro ancora ce l’hanno. L’ira del sindaco di Roma si scaglia contro i “furbetti” dei buoni spesa del Comune riservati a chi è in difficoltà economica.

“Vorrei fosse chiara una cosa: nessuno pensasse di fare il furbo sui buoni spesa, perché vi becchiamo. Facciamo controlli molto scrupolosi – ribadisce Virginia Raggi in un post – sulle dichiarazioni che ci arrivano. Se sono false ce ne accorgiamo!”.

I casi sospetti

“Abbiamo scoperto, per esempio, – aggiunge la sindaca – che qualcuno ha pensato di presentare domanda in diversi municipi sperando che non ce ne saremmo accorti. Non solo lo abbiamo scoperto, ma ora questo furbetto si becca anche una bella denuncia.

Inoltre, a quanto pare, alcuni agenti della Polizia Locale sono andati a consegnare i Buoni Spesa, ma non hanno trovato l’interessato a casa. Il richiedente, a quanto ci dicono, era a lavoro. Molto strano dato che abbiamo dato la priorità a chi il lavoro l’ha perso.

Questi furbetti non solo commettono un reato, dichiarando il falso, ma fanno una vera e propria scorrettezza nei confronti di chi ha bisogno di aiuto. Così facendo si toglie il cibo dalla bocca di chi non riesce a portare sulla tavola un pasto per il pranzo o la cena. È una vergogna, uno schiaffo in faccia a tutti quei cittadini che a causa dell’emergenza vivono una condizione di forte disagio”.

I controlli sulle dichiarazioni

“Lo ripeto: i controlli sulle dichiarazioni sono meticolosi. A verificarle ci sono i municipi, l’anagrafe, il Dipartimento politiche sociali e infine la Polizia locale. È inutile quindi che ci provate. Mettetevi una mano sulla coscienza – conclude – e lasciate che i Buoni Spesa arrivino in mano a chi ne ha davvero bisogno. Nessuno pensi di fare il furbetto perché vi troviamo e vi portiamo davanti al giudice”.