Home ATTUALITÀ Coronavirus, Speranza: “Fase 2, ma la battaglia non vinta. Calcio, ultimo problema”

Coronavirus, Speranza: “Fase 2, ma la battaglia non vinta. Calcio, ultimo problema”

Sono parole importanti quelle che il ministro Speranza, in questi giorni delicati per via delle evoluzioni circa il contenimento del Coronavirus, ha appena diffuso. Speranza parla infatti a chiare lettere della “fase 2”, asserendo che, anche se ci si appesta a iniziarla, questo non significa che “la battaglia sia vinta”. E poi ha avuto parole anche sulla questione del calcio e delle richieste di ripresa. “E’ l’ultimo problema”, ha detto.

Coronavirus, Speranza: non è vinta la battaglia. Calcio ultimo problema di cui occuparci

“Sono un grande appassionato di calcio ma con più di 400 morti al giorno con sincerità è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci”. Sono le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza a ‘Circo Massimo‘ su Radio Capital.

“Lo dico con il massimo rispetto e da grande appassionato di calcio però viene prima la vita delle persone. Le priorità del Paese oggi sono altre. Lavoreremo perché a un certo punto si possa riprendere la vita normale ma la priorità in questo momento deve essere ancora salvare la vita delle persone”, ha dichiarato.

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“Abbiamo tutti insieme approvato le norme perché il 4 maggio sia una data attorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2. Mi auguro che al più presto ci possa essere un incontro tra le forze sociali e con loro irrobustire il documento del 14 di marzo che ci ha aiutato in queste settimane difficili per avere sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma voglio essere chiaro su un punto: la battaglia non è vinta”, ha continuato poi il ministro della Salute.

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“Nel prossimo decreto – ha poi detto ancora Speranza – investiremo risorse per rafforzare la rete di assistenza sul territorio. Un tema, infatti, sono gli ospedali Covid specializzati. Abbiamo bisogno di strutture che si specializzano sul Covid, perché gli ospedali misti facilmente moltiplicano il contagio: è molto difficile bloccarlo quando si hanno nella stessa struttura pazienti Covid e non Covid. Molte ne sono nate in giro per l’Italia, dobbiamo insistere su questo terreno“.

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“Il punto non è la data” della ripresa “ma il come”. “Noi ci attrezziamo con linee guida nazionali su come reggere questa sfida”, sostiene il ministro. “È fondamentale insistere, sul piano sanitario”, nel “rafforzare la rete di assistenza territoriale. Così il virus si combatte meglio. Conta quanto sei veloce a individuare un caso positivo e isolarlo”.

Sulla App ‘Immuni’, “è stato già firmato il contratto così che possa accelerare nel più breve tempo possibile. L’app è uno degli strumenti: in questa vicenda non c’è una mossa salvifica”, ha chiarito ancora il ministro della Salute. “Oltre alla prima funzione essenziale di tracciare i contatti, la app potrà essere molto utile per rafforzare la sanità digitale del nostro Paese – aggiunge – dobbiamo lavorare in questa direzione”.

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Anticipare le riaperture, anche delle scuole, significa “aprire i rubinetti dei contatti” e aumentare le possibilità di contagio da Covid-19. A dirlo è il virologo Maurizio Pregliasco, intervenuto a “Circo Massimo” su Radio Capital.

E ha chiarito: “Anticipare le aperture vuol dire aprire rubinetti di contatti e le possibilità di infezione. Sono un po’ pessimista sulla necessità di insistere ancora, specie per i due ponti che arriveranno, quelli del 25 aprile e 1/o maggio. Dopo, credo che si arrivi a un livello di accettabilità di rischio per riaprire, specie per il lavoro e per le attività strategiche per il Paese. Bar e ristoranti dobbiamo mandarli molto avanti. Solo così riusciremo a ripartire”.

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