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Covid e gravidanza, il direttore di Ostetricia: “Abbiamo 22 letti pieni, per il 90% non sono vaccinate. C’è chi ha bisogno di ossigeno”

E’ un tema non da poco, recentemente rilanciato con urgenza anche dagli anestesisti rianimatori della Siaarti: nonostante la situazione critica, purtroppo in Italia la platea ostetrica risulta ancora troppo scoperta rispetto al coronavirus Sars-CoV-2.

Come rimarca infatti il direttore Ostetricia della Clinica Mangiagalli-Policlinico di Milano, Enrico Ferrazzi, ”Questo preoccupa perché la donna che si infetta in gravidanza è un problema per lei e per il bambino, anche se la placenta protegge dal virus, ma non sempre. Quindi la raccomandazione alla vaccinazione nasce per proteggere la mamma e il bebè, e far sì che la gravidanza sia più serena e non un percorso a ostacoli con l’infezione in corso”.

Il direttore di Ostetricia: “Gravidanza e vaccino a mRna, nonostante i dati confortati ci sono ancora persone che ne hanno timore”

Come spiega l’esperto, “Questa indicazione si basa sui dati europei, che sono molto interessanti riguardando quasi 80mila gravidanze seguite con il vaccino a mRna. Ma abbiamo anche i dati americani che sono stati collezionati su oltre 400mila gravidanze con vaccini a mRna. Siamo a dei numeri che coprono qualunque qualità di evidenza scientifica necessaria ed è davvero strano che ci sia ancora chi ha questo timore che davvero va rimosso“.

Il direttore di Ostetricia: “Abbiamo 22 letti pieni, di queste donne solo due sono vaccinate, e per fortuna sono senza sintomi”

In riferimento alla Clinica Mangiagalli-Policlinico di Milano, dove lavora, il direttore rivela che ”A settembre avevamo 2, 4 o zero signore al giorno ricoverate con gravidanza in corso e infezione da Covid. Adesso, con la variante Omicron in ascesa, siamo arrivati ad avere 22 letti pieni. E di queste donne solo due sono vaccinate, e per fortuna sono senza sintomi. Al solito il rapporto fra non vaccinate e vaccinate è 9 a 1. Quindi è vero: quello che ci si trova di fronte con questa ondata è che in gravidanza c’è ancora una sorta di paura, di timore del vaccino anti-Covid, per cui abbiamo una prevalenza di vaccinazioni che è molto bassa, forse il 30-40%, non di più. Mentre la popolazione adulta in generale è ormai oltre l’87% vaccinata in qualche modo. Questo preoccupa“.

Il direttore di Ostetricia: “Al momento nel nostro reparto ci sono alcune donne che hanno bisogno di un supporto di ossigeno”

Professionista di grandissima esperienza, oltre che operare all’interno di una delle strutture sanitarie più ‘prolifiche’ del milanese, il Prof. Ferrari anche ha vissuto in prima linea le molteplici ondate pandemiche che abbiamo subito in questi, accumulando certezze ed acquisendo numeri assolutamente credibili in termini di proporzioni. Dunque, quando afferma che, purtroppo, “al momento nel nostro reparto ci sono alcune donne che hanno bisogno di un supporto di ossigeno, non ci sono donne intubate”, e che “l’età è molto variabile, dai 30 ai 40 anni”, c’è da credergli.

Il direttore di Ostetricia: “La preoccupazione con Omicron nasce per le donne in gravidanza con malattie associate”

Nello specifico poi, spiega, ”In relazione alla variante Omicron, si conferma quel che sappiamo dall’infezione dell’adulto: anche fra le donne in gravidanza molto più raramente interessa i polmoni. Si limita alle vie aeree superiori, o dà problemi intestinali, febbricola, mal di testa”. Tuttavia, avverte lo specialista, “la parte pericolosa di questo virus, che è l’infezione polmonare, è meno frequente con questa variante. La preoccupazione con Omicron nasce per le donne in gravidanza con malattie associate. Cioè obesità, ipertensione e diabete sono purtroppo condizioni che facilitano l’aggravarsi della malattia“.

Max