Da Cragno a Biraghi, da Lazzari a Zaniolo: ecco i baby di Mancini

    Il quartetto dei nuovi azzurri, giovani e di belle speranze, cerca di guadagnare posizioni in allenamento.
    Condividono una curiosità: i loro modelli di riferimento, nei rispettivi ruoli, sono tutti stranieri: Dani Alves per Lazzari, De Gea e Lloris per il portiere di Cagliari Cragno, Kakà per il centrocampista di Roma Zaniolo, Maicon per il terzino della Fiorentina Biraghi. Tutti però sono d’accordo con l’allenatore mancini in allarme per troppi stranieri in serie A.

    Lazzari, lanciato da Semplici nello Spal, ha capito in alcune sessioni di allenamento a Coverciano che non può essere soddisfatto: “Qui ci sono grandi giocatori, il ritmo e l’intensità sono più alti, ma spero di adattarmi velocemente. nei giovani nazionali: i pochi giovani italiani nel campo penso che ci vuole più coraggio per concentrarsi su di loro: solo giocando più partite può crescere un giovane “.

    Biraghi, lombardo di Carugate nato per caso nel paese dei liberi (Cernusco sul Naviglio, terra di Scirea, Tricella e Galbiati) e cresciuto da ragazzo in Inter Mourinho e Mancini, è ambizioso e non nasconde: “Con la Fiorentina I Voglio l’Europa, non mi piace lasciare le cose nel mezzo e a Firenze, con la mia famiglia, mi trovo troppo bene per andarmene: ho detto alla compagnia, se era d’accordo, di non considerare nessuna offerta. , ci sono, e credo anche che se uno è forte, deve giocare. Ci vuole un po ’di tempo per l’ambientazione, il salto dalla Primavera alla prima squadra non è mai semplice “.

    Nicolò Zaniolo, 19 anni, è il più giovane della compagnia, perché i suoi compagni genovesi, il diciassettenne Pietro Pellegri, sono tornati a casa a causa di un infortunio muscolare. Ha scoperto la convocazione davanti alla TV. Suo padre Igor era un calciatore, centravanti in Serie B e C: “Era più aggressivo sul campo, sono più calmo, mi dà molti consigli utili per la mia carriera: essere figlio di un giocatore, in questo senso , è un privilegio La Serie A è un campionato difficile, ma penso che un giovane, se è forte, giochi alla fine, sono nato a Genova e la mia famiglia è di là, non da bambino mi allenavo a Bolzaneto , vicino al ponte Morandi, ma i miei nonni vivono non molto lontano. Il giorno del crollo è stato terribile, ma dobbiamo andare avanti “.

    Cragno, già detentore dell’ultimo Under 21 prima dell’arrivo di Donnarumma, ha un leggero rimpianto: è vero che Buffon non è più una presenza iconica, che nella nazionale precludeva ai portieri più giovani l’opportunità di diventare detentori, ma voleva per conoscerlo sul campo: “Mi sarebbe piaciuto vederlo da vicino e rubare alcune delle sue qualità eccezionali: è un punto di riferimento per tutti. La competizione? Sono appena arrivato qui e il livello è molto alto. Sono felice di aver soggiornato a Cagliari, è la città e la squadra ideale. Abbiamo deciso di crescere insieme, è un’azienda ambiziosa e sul campo possiamo annoiare tutti “.