Decreto Salvini al Quirinale, dalle fonti interne: ‘’Nessuna modifica al testo’’

    Il decreto Salvini sulla sicurezza e l’immigrazione è stato inviato al Quirinale. Il provvedimento arriva a lColle senza “alcun cambiamento” rispetto al testo finale approvato dal Consiglio dei ministri, specificano le fonti del ministero dell’Interno che invitano a non fare confronti con le bozze precedentemente diffuse, in particolare in relazione alla norma sull’asilo e sul processo di riconoscimento della protezione internazionale. A chiarire, spiegando più in dettaglio la misura, è lo stesso Matteo Salvini: “Il richiedente asilo commette un crimine? Immediata convocazione in Commissione, sospensione ed espulsione, questo quello che avverrà. Un passo avanti – aggiunge – per tornare ad essere un Paese normale”.

    Fonti del Ministero dell’Interno assicurano che, per quanto riguarda il testo del decreto, “i contatti tecnici hanno avuto luogo prima del Cdm”. “Pertanto, qualsiasi paragone con bozze precedentemente redatte appare improprio”, aggiungono le stesse fonti secondo le quali è quindi “errato” parlare di una modifica del testo riguardante la sospensione della procedura di riconoscimento protezione internazionale. E ribadiscono: “il testo non ha subito alcun cambiamento dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri”. In precedenza, le stesse fonti hanno affermato che nel testo finale sarebbe stata “apportata una piccola modifica alla clausola finanziaria richiesta dal Ministero dell’Economia per la timbratura da parte del Ragioniere generale”.

    Le perplessità del Colle sulle modalità e sui contenuti del decreto non sono un mistero, così come quelle di una parte del Movimento a 5 stelle, contraria alla “chiusura” che il leader della Lega vuole imporre ai permessi di asilo e di protezione umanitaria. Ma il leader della Lega Nord ha deciso di tirare dritto, nonostante la consapevolezza che quei “documenti” potrebbero non essere sufficienti per superare i dubbi di legittimità costituzionale. Tenendo conto che i «rilievi» trasferiti dal Quirinale la settimana scorsa e le «correzioni» richieste dal ministero della Giustizia, guidate dal grillino Alfonso Bonafede, non sono state tutte accettate. Sebbene sia stato ben chiarito dal Colle che non è possibile cambiare i principi stabiliti dalla Costituzione con una legge ordinaria, così come è necessario convertire un decreto.

    Lo strumento del decreto deve essere utilizzato per affrontare una situazione di emergenza.
    E poi, esaminando i vari punti riguardanti l’arrivo dei migranti, si sottolinea che vi è la necessità e l’urgenza di “evitare di ricorrere alla richiesta di protezione internazionale” e “di garantire l’efficacia dell’esecuzione degli ordini di espulsione”. ’, Ma anche’ adottare le regole sulla revoca dello status di protezione internazionale come risultato dell’istituzione della commissione di reati gravi ’. Saranno gli esperti legali del Quirinale che dovranno valutare se questo è sufficiente alla controfirma del presidente Sergio Mattarella per la trasmissione in Parlamento.

    Lo scorso luglio, Salvini aveva pubblicato una circolare per invitare prefetti e commissioni regionali a utilizzare “criteri rigorosi nell’esame delle petizioni”. Il decreto va oltre e prevede “l’abrogazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari” che sono sostituiti da “permessi di merito civile o cure mediche o se il paese di origine vive un disastro naturale”. A parte questi tre casi, l’accoglienza in Italia non può essere concessa, ma il via libera alla regola non è scontato perché sia ??il Quirinale che la Giustizia hanno evidenziato la necessità di rispettare i trattati e le norme internazionali che prevedono una rosa molto più ampia di possibilità. Piuttosto, concorda con tutti “la revoca della protezione umanitaria ai cosiddetti” rifugiati in vacanza “». L’esempio più eclatante è quello dei cittadini eritrei che, dopo aver ottenuto lo status, tornano a casa durante i periodi di vacanza e quindi non possono essere considerati “pericolosi”.