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Delega fiscale: con l’ok del governo, ecco come funzionerà il ‘restyling’ del sistema fiscale italiano

Dunque, assente la Lega dal Cdm, il governo ha approvato appena la delega fiscale dunque, da ora, scatta il ‘restyling’ del sistema fiscale italiano.

Un meccanismo che concorrerà ad una maggiore crescita del Paese. Dai vari tagli – come quello degli adempimenti – alla ‘solita’ lotta all’evasione, la bozza è articolata da 10 articoli distribuiti in 9 pagine. Vediamo nello specifico cosa dice il testo:

Entro 18 mesi il governo dovrà emanare uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema fiscale

“Il Governo è delegato ad emanare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema fiscale – si legge nel testo – I decreti legislativi sono adottati, nel rispetto dei princìpi costituzionali, in particolare di quelli di cui agli articoli 3 e 53 della Costituzione, nonché del diritto dell’Unione europea, secondo i seguenti principi e criteri direttivi generali: stimolo alla crescita economica attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui redditi derivanti dall’impiego dei fattori di produzione; razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario anche con riferimento agli adempimenti a carico dei contribuenti al fine di ridurre i costi di adempimento, di gestione e di amministrazione del sistema fiscale; all’individuazione ed eliminazione di micro-tributi per i quali i costi di adempimento dei contribuenti risultino elevati a fronte di un gettito trascurabile per lo Stato e trovando le opportune compensazioni di gettito nell’ambito dell’attuazione della presente legge; preservare la progressività del sistema tributario; ridurre l’evasione e l’elusione fiscale”.

Anche il catasto non sfuggirà alla ‘modernizzazione’ con strumenti di mappatura degli immobili e revisione

La ‘modernizzazione’ riguarda anche gli strumenti di mappatura degli immobili e revisione del catasto. Come spiega la bozza, è infatti prevista ”una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati’’. Nello specifico, gli step prevedono la scelta dei criteri più idonei sia per i comuni che per la stessa Agenzia delle entrate, chiamati in tempi rapidi a determinare con esattezza il corretto classamento di varie ‘situazioni vacanti’; come per gli immobili non censiti; o privi dei requisiti che ne legittimano la consistenza di fatto; poi l’altrettanto ‘famosa’ destinazione d’uso (o la categoria catastale attribuita); quindi anche per i terreni edificabili ma accatastati come agricoli; fino ad affrontare la questione degli immobili abusivi, per i quali i comuni, individuando specifici incentivi (e forme di trasparenza), saranno chiamati ad intervenire; ed ancora strumenti e moduli organizzativi per semplificare e quindi snellire – telematicamente – la condivisione dei dati e dei documenti, fra l’Agenzia delle entrate ed i rispettivi uffici comunali, affinché dimostrino la loro coerenza in merito all’evetnuale accatastamento delle unità immobiliari.

Integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale

Inoltre, si legge ancora nella bozza, “Il Governo è delegato ad attuare ‘una integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal primo gennaio 2026”. In poche parole, per ognuna delle unità immobiliari seguite, bisognerà stabilirne ”oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato’’. Così come entreranno in funzione ”meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato”.

Catasto: novità anche per le unità immobiliari di interesse storico ed artistico

Infine, altro caso: per riguarda le unità immobiliari cosiddette di interesse storico o artistico, interverranno ”adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario che tengano conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione nonché del complesso dei vincoli legislativi alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro”. Dato poi davvero ‘interessante’, tutte le informazioni acquisite applicando questi nuovi i nuovi principi ‘non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi’, per i quali  l’applicazione si fonda sulle risultanze catastali.

Il governo attuerà una revisione del sistema nazionale della riscossione

Ovviamente, la delega fiscale non poteva non intervenire anche sul sistema della riscossione, per la quale “Il Governo è delegato ad attuare”, si legge nella bozza, “una revisione del sistema nazionale della riscossione”.

Si punta a perseguire l’efficientamento e la semplificazione del sistema nazionale della riscossione

Nel testo vengono indicati anche principi e criteri direttivi. Si punta a perseguire l’efficientamento e la semplificazione del sistema nazionale della riscossione, orientandone l’attività verso obiettivi di risultato piuttosto che di esecuzione del processo, revisionando l’attuale meccanismo della remunerazione dell’agente della riscossione, favorendo l’uso delle più evolute tecnologie e delle forme di integrazione e interoperabilità dei sistemi e del patrimonio informativo funzionali alle attività della riscossione ed eliminando duplicazioni organizzative, logistiche e funzionali, con conseguente riduzione di costi; ma anche individuare un nuovo modello organizzativo del sistema nazionale della riscossione, anche mediante il trasferimento delle funzioni e delle attività attualmente svolte dall’agente nazionale della riscossione, o parte delle stesse, all’Agenzia delle entrate, in modo da superare l’attuale sistema, connotato da una netta separazione tra il titolare della funzione della riscossione, Agenzia delle entrate, e il soggetto deputato allo svolgimento delle attività di riscossione, Agenzia delle entrate – riscossione”. Quindi, rimarca la bozza, “In tale prospettiva garantire la continuità del servizio della riscossione attraverso il conseguente trasferimento delle risorse strumentali, nonché delle risorse umane, senza soluzione di continuità, in attuazione della riserva di legge espressamente contemplata dall’articolo 97 della Costituzione“.

Aliquote Iva, il Governo è delegato ad introdurre norme per la razionalizzazione dell’imposta sul valore aggiunto

Riguardo poi alle aliquote Iva, conseguentemente al taglio del numero e dei livelli di aliquote Iva, “il Governo è delegato ad introdurre norme per la razionalizzazione dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte indirette sulla produzione e sui consumi, secondo i seguenti princìpi e criteri direttivi: razionalizzare la struttura dell’imposta sul valore aggiunto con particolare riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote allo scopo di semplificare la gestione e l’applicazione dell’imposta, contrastare l’erosione e l’evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell’imposta”. Inoltre, il testo pensa anche di “adeguare, in coerenza con l’European Green Deal e la disciplina europea armonizzata dell’accisa, le strutture e le aliquote della tassazione indiretta sulla produzione e sui consumi dei prodotti energetici e dell’energia elettrica, con l’obiettivo di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti e alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed eco-compatibili“.

La revisione dell’Irpef attraverso la riduzione delle aliquote medie e marginali

Ecco un’altra novità, stavolta relativa alla revisione del sistema di imposizione personale sui redditi che, mira a ridurre le aliquote medie e marginali Irpef. In questo caso “Il governo dovrà introdurre norme per una ‘ridurre gradualmente le aliquote medie effettive derivanti dall’applicazione dell’Irpef anche al fine di incentivare l’offerta di lavoro e la partecipazione al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l’attività imprenditoriale e l’emersione degli imponibili’, e ‘ridurre gradualmente le variazioni eccessive delle aliquote marginali effettive derivanti dall’applicazione dell’Irpef”. Come specifica il documento, “per aliquote medie e marginali effettive si intendono ‘quelle derivanti dall’applicazione dell’Irpef senza tenere conto né dei regimi sostitutivi né delle detrazioni diverse da quelle per tipo di reddito’‘.

Sparisce l’addizionale Irpef, che sarà sostituita dalla  ‘sovraimposta’

Altra novità, sparisce l’addizionale Irpef, che sarà sostituita dalla  sovraimposta. Il Governo è delegato ad attuare, si legge nel testo, “una revisione delle addizionali comunali e regionali all’Irpef secondo i seguenti criteri e principi direttivi: prevedere la sostituzione dell’addizionale regionale all’Irpef con una sovraimposta sull’Irpef la cui aliquota di base può essere aumentata o diminuita dalle regioni entro limiti prefissati. La sostituzione deve garantire che con l’applicazione della nuova aliquota di base della sovraimposta le regioni nel loro complesso ottengano lo stesso gettito che avrebbero acquisito applicando l’aliquota di base dell’addizionale regionale all’Irpef stabilita dalla legge statale”. In tutto ciò, prosegue il testo della bozza, “Il governo deve inoltre prevedere per le regioni sottoposte a piani di rientro per disavanzi sanitari che, in base alla legislazione vigente, comportano l’automatica applicazione di aliquote dell’addizionale all’Irpef maggiori di quelle minime, un incremento obbligatorio della sovraimposta calcolato in modo da garantire lo stesso gettito attualmente ricavato dall’applicazione delle aliquote delle addizionali regionali all’Irpef maggiorate nella misura obbligatoria, nonché prevedere per i comuni che la facoltà di applicare un’addizionale all’Irpef sia sostituita dalla facoltà di applicare una sovraimposta sull’Irpef. I limiti di manovrabilità della sovraimposta comunale sull’Irpef sono determinati in modo da garantire ai comuni nel loro complesso un gettito corrispondente a quello attualmente generato dall’applicazione dell’aliquota media dell’addizionale all’Irpef”.

L’Ires, passerà attraverso una semplificazione ed una razionalizzazione

Ce n’è poi anche l’Ires, che passerà attraverso una semplificazione e una razionalizzazione, volta alla ‘riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese, anche attraverso un rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali, con particolare attenzione alla disciplina degli ammortamenti’. Questo capitolo, dedicato alla revisione dell’imposta dei redditi sulle società, e la tassazione del reddito di impresa, stabilisce  norme che, spiega il testo, “dovranno essere improntate alla ‘coerenza del complessivo sistema di tassazione del reddito d’impresa con il sistema di imposizione personale sui redditi di tipo duale’. Si stabilisce, inoltre, che si dovrà raggiungere una ‘tendenziale neutralità tra i diversi sistemi di tassazione delle imprese, per limitare distorsioni di natura fiscale nella scelta delle forme organizzative e giuridiche dell’attività imprenditoriale”.

Si andrà verso un graduale superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive

Infine, restando all’interno della revisione dell’imposizione sui redditi personali e dell’imposizione sul reddito d’impresa, “Il  Governo è delegato ad emanare uno o più decreti legislativi per attuare ‘un graduale superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap), si legge nella bozza della delega fiscale. Gli interventi normativi disposti per attuare il graduale superamento dell’Irap, si precisa, garantiscono in ogni caso il finanziamento del fabbisogno sanitario’’.

Max