Home SPETTACOLI MUSICA Dolceamaro di Cristiano Malgioglio è la sigla dei Gay Pride

Dolceamaro di Cristiano Malgioglio è la sigla dei Gay Pride

A forza di ‘pomparlo’ in ogni circostanza (tv, radio e discoteche), si spera di trasformarlo in una sorta di tormentone estivo. Nel frattempo però l’orribile ‘Dolceamaro‘, sempre grazie alle premurose attenzioni di chi ne trae soldi e popolarità, è riuscito a farsi accettare dalla solitamente sempre attenta e sensibile comunità gay, che ha deciso di usarlo come ‘sigla’ del Pride milanese del 29 giugno.

Questo brano di 40 anni fa, scritto da Cristiano Malgioglio, è stato riarrangiato e, nelle versione precedente, in parte ‘cantato’ anche da Barbara D’Urso, che non ha certo perso tempo a proporlo all’interno dei suoi programmi. E si sa, la televisione può fare miracoli, e questo motivo (veramente brutto), alla lunga ha finito per imporsi.

Cristiano Malgioglio: “L’ho scritto 40 anni fa e funziona ancora oggi”

E’ ovviamente raggiante il suo autore, raggiunto dall’agenzia di stampa AdnKronos: ‘Dolcemaro è diventato il nuovo tormentone estivo, nella maggior parte delle discoteche italiane lo ballano tutti e grazie a Rtl sta diventando un grande successo. Il brano è diventato la sigla di questo Gay Pride e sono molto contento, è il pezzo che ha accompagnato tutti i Gay Pride” ha quindi aggiunto con ancora più – legittimo – orgoglio Malgiolgio. “Sono stato a Padova e ho cantato al Village Pride tutti lo hanno cantato e ballato e sono molto contento perché è un pezzo di quasi 40 anni fa, è il primo disco che aveva inciso Barbara D’Urso con un discreto successo, ripreso e riarrangiato adesso è diventata una bella canzone. Anche perché adesso, non per essere polemico, in giro non ho sentito delle grandi canzoni italiane”.

Quindi l’autore di alcune tra le più belle canzoni cantate da Mina, annuncia che “a Milano, parteciperò al Gay Pride il 29 giugno dove ci sarà un comizio del sindaco Sala e dove io canterò ai Magazzini Generali, una discoteca meravigliosa dove vanno poi tutti a ballare a fine manifestazione”.

Certo, dopo brani ormai storici italiani, come quelli di Giuni Russo, o le ‘riletture’ di Cosimo Imparato o Giuliano Palma, e dopo aver all’epoca ascoltato con ampio anticipo sui tempi, le allora ‘novità’ rappresentate da Madonna od Eminem, questa scelta da parte del Pride, di ‘accontentarsi’ di un brano così scontato un po’ sorprende.

Ma se non altro per quanto di bello dato alla musica in tutti questi anni, in fondo Malgioglio questa soddisfazione se la merita comunque…
Max