Forse meno oscura la materia oscura di Edorardo Pavino

    ‘Strani’ segnali sono stati catturati dal cacciatore di materia oscura Ams (Alpha Magnetic Spectrometer) installato dal 2011 all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale. I dati verranno presentati alCerndi Ginevra, che ha tra i principali obiettivi la caccia alla materia oscura, e sono stati raccolti dal 2011 a oggi dall’Alpha Magnetic Spectrometer (Ams), lo strumento che misura con straordinaria precisione la composizione dei raggi cosmici e che opera all’esterno dell’ISS. L’Italia ha giocato un ruolo di primo piano in questo esperimento fin dall’inizio, con Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “Abbiamo notato anomalie sia nella misura dei positroni che degli antiprotoni” ha raccontato Roberto Battiston, presidente Agenzia Spaziale Italiana. Positroni e antiprotoni sono particelle di antimateria che ci si aspetta di vedere nello spazio, ma le quantità osservate da Ams sono in eccesso rispetto alle previsioni basate sulla fisica conosciuta. ‘’Un modo per interpretarle in modo coerente – ha osservato – è chiamare in causa nuove particelle associate alla materia oscura’’. Risultati ’inspiegabili’, che potrebbero aprire le porte ad una grande scoperta rivelando aspetti sconosciuti dell’universo: il direttore del Cern, Rolf Heuer, riassume così la grande eccitazione con la quale oggi a Ginevra vengono accolti i dati del cacciatore di materia oscura Ams. L’abbondanza di positroni e di antiprotoni si può infatti interpretare come l’effetto prodotto da collisioni tra particelle di materia oscura, e quindi come una possibile evidenza indirettasia dell’esistenza di questa materia invisibile,sia del fatto che possa essere composta da particelle. C’è una grande eccitazione tra i fisici di tutto il mondo per i dati dell’esperimento Ams presentati oggi al Cern di Ginevra: “Siamo eccitati per questi risultati che presentano un quadro difficilmente interpretabile nell’ambito della fisica tradizionale dei raggi cosmici’’, ha detto Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l’ente che con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) ha dato un contributo di primo piano alla realizzazione dell’esperimento Ams.