Home ATTUALITÀ Francesca, la liceale che emoziona la Camera

Francesca, la liceale che emoziona la Camera

Francesca Moneta
Francesca Moneta ha 18 anni, studia all’ultimo anno del liceo scientifico Virgilio di Milano e ieri ha commosso la Camera. La giovane studentessa ha letto un discorso nel giorno in cui l’Italia ricorda i morti del terrorismo, da “Fausto e Iaio” a Sergio Ramelli e l’agente Antonio Marino, vittime degli anni di piombo milanesi. Un foglio in mano, tanto coraggio e un discorso che ha emozionato tutti: “Stiamo vivendo un momento particolarmente difficile della nostra storia repubblicana. I valori fondanti la nostra convivenza civile paiono essere messi in discussione persino da chi riveste alte responsabilità di governo”, ha detto Francesca, che ha ricevuto l’applausi di tutti i presenti in aula, il vicepremier Di Maio.

Francesca: Vogliono far scontrare i poveri”

Il discorso di Francesca è sembrato essere rivolto direttamente a Salvini, non presente in aula, e conteneva queste parole: Ci sono parole e gesti violenti – ha proseguito – amplificati a dismisura dai social media, che diffondono un clima di diffidenza e di odio nella società civile, che mirano a screditare le istituzioni democratiche nazionali ed europee, che sono nostre, e che dovremmo imparare a difendere strenuamente per il bene di noi tutti.
A discorso finito la giovane studentesse ha commentato il momento: Tutto questo non me lo aspettavo. Discorso contro Salvini? Sinceramente non me la sento di puntare il dito contro qualcuno, ma su come Salvini usa i social ci sarebbe da ridire. Nel tempo libero vado in palestra, sto con gli amici, faccio la babysitter. Continua: Ci sono politici che usano le loro idee sulla discriminazione per dividere le persone, ma le persone si completano nelle differenze. C’è qualcosa di più grande di loro che conduce questi uomini e queste donne in mezzo al mare, un destino che dovrebbe commuovere, invece si sono inventati persino il divieto di aiutarli. Ci dicono che sono la causa per cui non troviamo lavoro, è solo una strategia per mettere i poveri gli uni contro gli altri. Sono sicura che non scappano solo da una vita difficile, ma perché sentono di poter portare la loro energia nel nostro mondo. Ho sentito il rappresentante delle vittime di piazza Fontana, Carlo Arnoldi, dire che non ci sono morti di serie A e di serie B. È molto vero. Ma allo stesso modo non ci possono essere vivi di A e di B”, ha concluso Francesca.