I micro interventi della manovra: tassazione in aumento per sigarette e videolottery

    Novità importanti verranno inserite all’interno della manovra finanziaria che il governo sta cercando di portare a termine. I provvedimenti riguarderanno il prezzo dei pacchetti di sigarette,le ripetizioni, passando per la concessione di terreni alle famiglie che danno alla vita il terzo figlio, per concludere con i bonus predisposti per l’assunzione di “cervelloni”. Questi sono solo alcuni dei micro-interventi all’interno della Manovra Finaziaria, che sembrano non essere degne di attenzione rispetto ai provvedimenti su pensioni e reddito di cittadinanza. Ecco un resoconto, proveniente dalla ultima relazione tecnica della legge di Bilancio circolata. L’aumento della tassazione sulle sigarette potrebbe provocare un aumento medio del prezzo del pacchetto di, si stima, almeno10 centesimi, così prevede la relazione tecnica appena stilata. Il nuovo intervento fiscale, spiegano i tecnici che hanno studiato gli effetti della manovra, provoca una maggiore accisa nell’ordine di 3-4 centesimi a pacchetto, tenendo conto del segmento di prezzo di vendita. Ma per il fumatore il conto peserà e non poco sulle sue tasche: “Tenuto conto dell’effetto moltiplicatore (circa 4,77 per le sigarette con prezzi medio/alti e 1,1 per quelle con prezzi bassi incisi dall’onere fiscale minimo)”, così è scritto nella relazione, “l’incremento della fiscalità, che decurta i ricavi dei produttori, potrebbe essere recuperato da questi ultimi con un aumento dei prezzi di vendita di circa 10 centesimi al pacchetto da 20 sigarette per tutte le fasce di prezzo (bassi, medi e alti)”. In totale la Manovra prevede per l’anno prossimo aumenti della tassazione per le sigarette stimati in 108 milioni, altri 22,5 milioni per il tabacco trinciato, e quasi 1,8 milioni per i sigari, per un totale di 132,6 milioni. Un aumento quasi doppio – circa 240 milioni di euro – è previsto poi per del PREU, il prelievo erariale unico sugli apparecchi del gioco d’azzardo, di circa dello 0,5% e colpirà le cosidette “macchinette” e videolottery. Tra le misure di settore, anche un chip da 50 milioni di euro per permettere il passaggio ddalle cattedre universitarie alla professione per i “cervelloni” che si sono laureati con 110 e lode. I datori di lavoro non dovranno essere soggetti al pagamento dei contributi previdenziali (ma non Inail) per un anno ed entro una soglia di 8mila euro se prenderanno a lavorare con contratto subordinato a tempo indeterminato laureati o dottori di ricerca. Non tutti, però. I primi devono aver ottenuto il diploma magistrale, dal 1° gennaio 2018 al 30 giugno 2019, “con una votazione pari a 110 e lode entro la durata legale del corso di studi, prima del compimento del trentesimo anno di età, in università statali e non statali legalmente riconosciute, italiane o estere se riconosciute equipollenti in base alla legislazione vigente in materia, ad eccezione delle Università telematiche”. Per i dottori di ricerca, sempre ottenuto dal 1° gennaio 2018 al 30 giugno 2019, l’impegno è che sia arrivato “prima del compimento del trentaquattresimo anno di età, in università statali e non statali legalmente riconosciute italiane ad eccezione delle Università telematiche”. La stima dei tecnici è che – limitando le risorse a 50 milioni di euro per l’anno 2019 e a 20 milioni di euro per il 2020 – si possano realizzare “circa 6.000 assunzioni” agevolate, “nell’ipotesi che per ogni assunzione venga fruito il beneficio massimo di euro 8.000”.