Il dossier della Tav arriva a Parigi

    Il ministro dei trasporti ha inviato il dossier Tav a Parigi: il documento fa il punto sul rapporto costi-benefici dell’opera.
    Tav in fase d’analisi dunque. Il ministero dei Trasporti ha consegnato all’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, il documento prospettivo che volge ad analizzare il rapporto costi-benefici sul progetto Tav Torino-Lione «come concordato dai ministri Borne e Toninelli, prima della sua validazione e pubblicazione da parte del Governo italiano». Lo si apprende da una nota dello stesso Mit, nella quale si precisa anche che si tratta del «punto di partenza di un’interlocuzione tra i due esecutivi» e che «a breve sarà fissato un incontro bilaterale». Da un punto di vista strategico, tecnico e anche politico, negli intenti del duo Lega-M5S sembrerebbe che sussista l’intenzione di «congelare» il dossier Tav, provando a proseguire intanto con le altre opere. In attesa di una decisione sui costi/benefici sulla Torino-Lione – suggeriscono sapere fonti parlamentari – la Lega prova a far sbloccare gli altri cantieri e su questo punto c’è una sorta di intesa di massima.
    Nel frattempo i sindacati smuovono le acque. Cgil, Cisl e Uil alzano dubbi sulla questione, e non solo.
    Per quanto riguarda i contenuti che dovrebbero contraddistinguere il dossier Tav pare che si tratti di un documento di 80 pagine che, stando a quelle che dovrebbero essere le conclusioni, non sembrerebbe dare molte chance di ’sopravvivenza’ al progetto Tav della Torino-Lione. A quanto emerge infatti il no alla conclusione dell’opera, elaborato dai ecnici scelti da Danilo Toninelli, non lascerebbe molto spazio ai dubbi. Una posizione che la Francia del resto come in tanti altri temi che riguardano l’Italia, non condivide. Non più tardi di due giorni fa per altro il ministro dei Trasporti Elisabeth Borne, ha invitato l’Italia a proseguire e a rispettare gli impegni assunti a livello internazionale con Parigi e con l’Europa. Sulle stessa linea anche Bruxelles che ha chiarito come fermarsi adesso potrebbe costare al nostro Paese 1,2 miliardi di euro, tra penali e soldi da restituire alla Ue.