IS – ITALIA, GB E GERMANIA NON DEBBONO ABBASSARE LA GUARDIA:,SECONDO L’INTELLIGENCE USA: ‘CI SONO MOLTE CELLULE PRONTE A COLPIRE’

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    La notizia non sorprende ma certo, sentirla ribadire da James R. Clapper, direttore della National Intelligence americana, un po’ di ansia la semina. Clapper ha infatti confermato la presenza in Italia, Gran Bretagna, e Germania, la presenza di falangi isolate di jihadisti pronti a colpire sul ‘modello’ delle stragi parigine. Presenze che come ha sottolineato il direttore dell’intelligence a stelle e strisce, rappresentano una forte preoccupazione “per noi e per i nostri alleati europei”. “Continuiamo a riscontrare prove di complotti da parte dell’Is nei paesi che avete nominato”. La convinzione di Clapper, suffragata dall’attento monitoraggio delle intelligence europee, e soprattutto da fonti interne allo Stato Islamico, tiene vivo lo stato d’allerta circa la forte possibilità di imminenti azioni. In particolare, l’ex funzionario dell’intelligence francese, Claude Moniquet indica, tra i fattori a rischio, anche il numero di persone di cui lo Stato Islamico può disporre in un determinato paese: per avere un’idea di quanto sia elevato, bisogna considerare quanti sono i jihadisti partiti da quel determinato stato per andare a combattere in Iraq e Siria o abbiano in mente di farlo o siano già rientrati dal fronte. Tutti questi sono potenziali agenti dell’Is in un determinato paese. Non si sa quanti siano tornati in Europa ma si calcola che il numero si aggiri tra il 20 e il 30 per cento di quanti si avvicinano in ogni singolo paese all’estremismo islamico e all’idea di combattere nel suo nome. In tal senso il nostro Paese, che ha un esiguo numero di combattenti tra le fila dei jihadisti,  secondo la senatrice francese Nathalie Goulet è ugualmente a rischio perché “viene molto spesso menzionato come possibile bersaglio”. Una delle ipotesi, secondo la senatrice che ha codiretto una commissione di studio sui foreign fighters europei, è che l’Italia potrebbe essere un bersaglio per la presenza del Papa. Tuttavia, conclude l’articolo, la potenziale minaccia nei confronti della Gran Bretagna è quella che viene più spesso menzionata.

    M.