Italia in Comune: ‘’Milleproroghe, giù le mani dalle città’’

    Italia in Comune, partito dei sindaci nato lo scorso 3 dicembre come una rete di amministratori locali che si è rapidamente diffusa tra i cittadini e le associazioni civiche nei territori, lancia una sfida al governo Legastellato sul blocco dei fondi destinati al bando e alla periferia fa appello a tutti i sindaci delle città coinvolte affinché, al di là delle posizioni politiche, faccia una piazza a sostegno di un emendamento presentato alla Camera per evitare che “l’esecuzione sfrontata” venga messa in atto a scapito delle città italiane.

    I massimi vertici del movimento prendono parte alla prima conferenza stampa del partito di Montecitorio. C’è Federico Pizzarotti, sindaco di Parma e presidente dell’Italia nel Comune, Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e coordinatore nazionale di Itc, Damiano Coletta, sindaco di Latina e vicepresidente di Itc. Per sostenere la loro battaglia in Aula i deputati Alessandro Fusacchia, Segretario di Movimenta e Serse Soverini di Area Civica che hanno presentato l’emendamento per sbloccare i fondi del bando per i sobborghi, si sono fermati al Senato per volere della maggioranza.

    Il taglio dei fondi per il bando di periferia consiste nella rimozione di molte opere di grande valore dal punto di vista sociale: piazze, parchi, marciapiedi ma anche biblioteche e altri luoghi di notevole interesse culturale. Per la prima volta nella storia di questo paese fa uno straordinario investimento per intervenire in periferia e poi, con un tentativo furtivo e maldestro, il governo propone un emendamento che taglia 1 miliardo e 600 milioni di euro per interventi in luoghi di degrado economico e sociale, in quartieri che sono stati costruiti nel corso degli anni per dare una risposta all’emergenza abitativa in cui, tuttavia, non sono stati creati né servizi né spazi per la socializzazione e lo sviluppo culturale.

    Per Pizzarotti “strappare oltre un miliardo di euro alla periferia d’Italia significa privare gli italiani di nuove piazze, nuove biblioteche, nuovi centri di aggregazione o di cultura che avrebbero rilanciato le zone grigie e povere delle città. la periferia, perché è proprio in quelle aree che aumenta il malcontento sociale. Il disegno politico di questo governo sembra chiaro: rimuovere la qualità delle città e degli italiani di avere nuovi fondi da utilizzare per strane promesse elettorali, tasse piatte e reddito di cittadinanza “.

    Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di Italia in Comune, chiama in causa i sindaci leghisti e Grillini: “ogni sindaco, al di là della vicinanza politica o meno a questo governo, ha il dovere di proteggere le comunità e i territori, specialmente quelli che hanno eletto rappresentanti di questa maggioranza che spingono a fermare l’ennesimo morto sulle autorità locali alle quali sono stati rubati otto miliardi di fondi negli ultimi dieci anni “Non possiamo più essere il bancomat dei governi”.

    Per Damiano Coletta, sindaco di Latina, “sarebbe seria per colpire indiscriminatamente le città privandole di opere pubbliche che sono inestimabili per la crescita culturale e l’aggregazione sociale delle comunità, quale credibilità può avere uno stato che prima sottoscrive gli accordi e poi annulla a sua completa discrezione? “.