Ivrea il caso dell’uso scorretto del cellulare

    Il tar del Lazio si è espresso sulla sentenza per cui i ministeri di Salute, Ambiente ed istruzione devono avviare una campagna informativa sugli effetti dannosi per la salute sul non corretto utilizzo del cellulare. Anche se la sanità ha dimostrato che il cellulare non crea danni così ingenti per la salute fisica dell’uomo, vi sono d’altro canto alcuni casi che testimoniano il contrario. Il Tribunale civile di Ivrea diede al signor Romeo un vitalizio perché “a causa della sua attività lavorativa di referente e coordinatore di altri dipendenti Telecom, ha utilizzato in maniera abnorme il telefoni cellulare”. Nel verdetto, i giudici reputarono che c’era un legame causale tra il tumore al cervello, benigno ma che ha reso il soggetto invalido, e l’utilizzo “abnorme” dello smartphone negli anni tra il 1995 e il 2010. Allo stesso tempo, i legali avevano invocato il ricorso al Tar del Lazio in veste dell’associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog. “Ci sono dei rischi per la salute delle persone e questi devono essere conosciuti. Mai un tribunale aveva ordinato a dei ministeri di informare la popolazione su un tema del genere: si tratta di una sentenza rivoluzionaria”, ha evidenziato il legale Stefano Bertone. Il tar dichiara nella sentenza che da 18 anni il decreto sulla campagna informativa dei telefoni mobili non viene eseguita. Un ritardo a cui bisogna però cercare una soluzione. I ministeri avevano respinto le accuse, sostenendo che non è un dato per certo che i cellulari causino il cancro e ad ogni modo c’è già un foglietto illustrativo insieme ai telefonini. Quindi erano del parere che non bisognava ricorrere della campagna. I giudici hanno valutato che ciò che è scritto nei “bugiardini” dei cellulari non sia sufficiente e che la campagna dovrà cominciare dal 16 luglio sulle esatte modalità d’uso e “che cosa capita quando non si usa correttamente il telefonino”.