L’Ue boccia l’Italia sulla crescita Pil

    L’incertezza economica italiana rischia di riversarsi anche all’interno dell’Ue. Lo stabilisce la commissione europea che conferma il leggero calo che il nostro Paese sta subendo. Se nel 2018 il Pil si stabilirà all’1,3%, nel 2019 potrebbe arrivare all’1,1%, ponendosi tra le ultime insieme alla Gran Bretagna che, con la Brexit, sta avendo lo stesso ritmo. Il ministro dell’economia Tria ha incontrato il vie-presidente della commissione Dombrovskis esponendogli il suo piano di risanamento. Anche Tria è consapevole del fatto che interventi troppo strutturali potrebbero sconvolgere l’Unione e quindi si deve procedere a piccoli passi. Per questo annuncia che verranno fatti dei piccoli aggiustamenti per riportare l’anno prossimo il Pil a +0,3 punti percentuali. Dal punto di vista dell’economia europea, le stime registrano che si assisterà ad un aumento totale dei tassi dal 2 al 2,1%. Ma Dombrovskis avverte che le misure protezionistiche che certi Paesi stanno adottando, potrebbero rallentare lo sviluppo. I dazi di Usa e Cina invece stanno complicando e non di poco i rapporti commerciali al di fuori dei confini continentali. La Corte dei Conti Europea ha accusato la Commissione di essere stata troppo indulgente con i Paesi fortemente indebitati, tra cui anche L’Italia. Ma Juncker puntualizza che è stato un dovere quello dell’Europa di aiutare i Paesi in difficoltà e che il tutto è stato fatto nel rispetto delle normative.