La memoria di Pasolini tra mostre e tornei a 40 anni dalla morte di Angelica Santarsiero

    A 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini è forte il bisogno e il dovere di commemorare un tale poeta e profeta del nostro tempo. Ad Ostia, nel Parco Letterario a lui dedicato, in molti si sono riuniti per ricordarlo proprio nel luogo dove fu ritrovato la notte del 2 novembre 1945. E nel Museo Criminologico di Roma, è stata oggi inaugurata la mostra degli oggetti presenti sul luogo dell’omicidio, dagli abiti indossati dal poeta agli accessori trovati in quella stessa automobile che poi lo investì più volte fino a causarne la morte. Un allestimento che suscita “crudezza e brutalità”, come ha dichiarato Andrea Orlando, ministro della Giustizia e primo visitatore della mostra. In realtà tutti i reperti esposti sono conservati al Museo Criminologico già dal 1985, ma per rispetto nei confronti della privacy e della memoria del poeta non erano stati mai mostrati al pubblico fino ad oggi. Ma il ministro non è stata l’unica personalità politica ad esprimersi a riguardo. Anche Matteo Renzi, in uno dei suoi tweet, ha rievocato Pasolini postando la citazione “Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità dalla mutria cretina, dalla serietà ignorante. Sii allegro”, estrapolata dalle Lettere luterane. Poi c’è Franceschini, che preferisce ricordare l’amore dello scrittore per il calcio. Il ministro, dopo aver dato inizio al torneo calcistico “Pasolini gioca ancora”, organizzato a Pietralata e vinto dalla nazionale scrittori, ha espresso le sue scuse per tutte le istituzioni che hanno emarginato il poeta quando ancora era in vita, non comprendendolo. “Un torneo è il modo migliore per ricordarlo” – ha aggiunto – “perché Pasolini è stato tante cose, anche calcio.” Ed in campo c’è anche Enzo De Caro, che dichiara “Quando arrivò la notizia della sua morte eravamo sul campetto con Troisi e Arena. Per noi che eravamo adolescenti fu la perdita di un punto di riferimento.” Nino Davoli, invece, non solo era presente al torneo di Pietralata, ma ha anche organizzato una mostra in onore dell’amico al Martin-Gropius-Bau di Berlino. E incupito afferma: “Non credo che ad ucciderlo sia stato il potere o la politica. Credo solamente che abbia avuto una notte sbagliata, una notte sfortunata.” Ma anche i luoghi rievocano: Grado, una delle città che fece da set ad uno dei film pasoliniani, per l’occasione ritorna ad essere simbolicamente l’Isola di Medea. Insomma, la memoria di una grande personalità, genio incompreso e artista poliedrico non può che essere rievocata in modi tanto diversi e con iniziative tanto condivise.