LA RIFORMA SANITARIA NON PARTE E TRUMP VUOL ‘ABOLIRE L’OBAMACARE’. ULTIMATUM A MADURO

    Apriti cielo: ieri sera i senatori repubblicani Jerry Moran (del Kansas), e Mike Lee (Utah9, hanno affermato che fatto sapere non avrebbero votato la seconda versione della riforma sanitaria targata Trump presentata dal Grand Old Party (Gop). Defezioni che (complice il mancato mancato voto del senatore John McCain che è in convalescenza), insieme a quelle già dichiarate Susan Collins (Maine), e Rand Paul (Kentucky), negano ai repubblicani di raggiungere il sostegno sufficiente per approvare il provvedimento, Dunque, dei 52 seggi al Senato sui 100 complessivi, ora i repubblicani avrebbero appena 47 voti. E Trump sbotta via Twitter, dichiarando di essere intenzionato a revocare l’Obamacare per poi “ricominciare da zero: i repubblicani dovrebbero solo abrogare il fallimentare Obamacare adesso e lavorare a un nuovo piano per lvia Tittea Sanità ricominciando da zero, i democratici seguiranno!”. Come ha commentato in proposito a questa imbarazzante situazione (proponendo “un rinvio di due anni” per l’abrogazione) Mitch McConnell, leader di maggioranza, “Purtroppo ora è evidente che lo sforzo di abrogare e sostituire immediatamente il fallimentare Obamacare non avrà successo”. Addio speranza di poter votare la riforma in questi giorni, come ha spiegato ancora McConnell, “il Senato prenderà in considerazione un emendamento al disegno di legge che revoca l’Obamacare prevedendo però due anni di tempo prima che il provvedimento entri in vigore consentendo così nel frattempo di creare un nuovo sistema centrato sul paziente, che consente agli americani di accedere a una cura di qualità e a prezzi accessibili”. L’unica nota positiva uscita dalla casa Bianca, è quanto affermato dal presidente usa in merito a quanto sta accadendo in Venezuela, in seguito alle cui drammatiche vicende Washington potrebbe scegliere “misure economiche forti e veloci” se il ‘regime presidenziale’ di Caracas attuerà il suo piano di modificare la Costituzione: “Gli Stati Uniti non possono rimanere immobili mentre il Venezuela crolla. Se il regime Maduro impone la sua Assemblea Costituente il 30 luglio, gli Stati Uniti prenderanno misure economiche forti e veloci”. Riguardo poi ai gravi scontri seguiti al referendum indetto dall’opposizione, Trump ha ribadito: “Il popolo venezuelano ha di nuovo chiarito di essere per la democrazia, la libertà, e lo stato di diritto. Eppure le loro azioni forti e coraggiose continuano ad essere ignorate da un cattivo leader che sogna di diventare un dittatore”.
    M.