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La Russia ‘minaccia’: “Potremmo imporre un embargo al transito di gas attraverso il Nord Stream 1”, ma sarebbe un karakiri

Per quanto siano ‘appena’ iniziate (ed altre sono allo studio a Bruxelles), le sanzioni contro la Russia hanno già iniziato a far sentire i loro effetti, con la Borsa crollata, il rublo sceso vertiginosamente, le ‘piazze’ che iniziano ad agitarsi, ed i principali oligarchi vicini a Putin letteralmente ‘spogliati’ di ogni loro bene all’estero.

Di contro ieri, ‘platealmente’ (come se non lo sapesse), Putin ha fatto sapere di aver richiesto ai suoi una lista dettagliata con tutti i ‘paesi ostili’.

Il vice presidente russo Novak: “Potremmo imporre un embargo al transito di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1”

Ed oggi, intervenendo alla televisione di Stato, il vice premier russo Alexander Novak ha preannunciato quella che potremo definire la ‘vendittina’ del Cremlino: l’interruzione  delle forniture di gas naturale attraverso il gasdotto Nord Stream 1.

Abbiamo il pieno diritto di imporre un embargo al transito di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1, che oggi opera al 100%“, ha detto Novak, per poi affrettarsi ad aggiungere che però non si tratta di una decisione ancora presa.

Chiudere i rubinetti del Nord Stream 1 in questo momento creerebbe molti più problemi alla Russia che ai paesi europei

Ricordiamo che il Nord Stream 1 è l’enorme gasdotto attraverso il quale ogni anno, passando per la Germania, la Russia (quarto paese importatore al mondo di gas e petrolio), invia 60 miliardi di metri cubi di gas all’Europa, guadagnando evidentemente ‘cariolate’ di miliardi. Dunque, checché ne dica, per la Russia chiudere i rubinetti, specialmente in questa fase di enormi difficoltà finanziarie, equivarrebbe a dir poco ad un perfetto suicidio. Nello specifico ricordiamo inoltre che, dei circa 74 miliardi di gas che ogni anno l’Italia importa, meno di un terzo è quello che riceviamo dalla Russia. Una quantità in qualche modo recuperabile incentivando gli accordi sia con l’Algeria che con il Qatar (dai quai già ci riforniamo) e, come ha preannunciato il premier Draghi, considerando anche la possibilità di poter mettere nuovamente in moto le centrali a carbone.   

Max