La scuola Cena di Torino lancia un’idea rivoluzionaria: due ore di relax per tutti

    La scuola Cena di Torino, a pochi passi dal confine con San Mauro, propone un’idea rivoluzionaria e inusuale per le scuole: un’area relax dove riposarsi, sdraiarsi, leggere libri, ascoltare musica, realizzata solo per i piccoli studenti. ?Un’idea che nasce dagli stessi  bambini: “Abbiamo chiesto loro cosa sarebbe stato necessario e, tra le priorità, ci hanno segnalato anche l’esigenza di avere un luogo non tanto per giocare, quanto piuttosto per rilassarsi e stare tranquilli”, ha raccontato Pina Spataro, la maestra che segue il progetto “Fuoriclasse”.?L’iniziativa è stata lanciata dall’associazione “Save the Children”, con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente i bambini, anche piccoli, e capire così di cosa hanno più bisogno per stare meglio. “L’obiettivo finale è contrastare la dispersione scolastica, perché crediamo che in questo modo gli alunni si sentano protagonisti e dunque che si affezionino molto di più al mondo della scuola”, racconta Paola Pellegrino, coordinatrice dei progetti che l’associazione porta avanti a Torino, in 16 scuole situate nella parte settentrionale della città.?Lo scorso anno gli allievi della Cena hanno eletto i propri rappresentanti e, attraverso loro, hanno avanzato alla scuola una serie di richieste. Una riguardava appunto l’area relax.
    In effetti nell’istituto c’era un’aula vuota, che è stata ridipinta da una maestra con un bel murale bucolico, poi un papà ha fornito un tappeto a prezzo simbolico, sono stati comprati un po’ di arredi a misura di bimbo, qualche genitore ha fornito i libri. Il tutto sempre seguendo le indicazioni dei bambini.: “Ci hanno chiesto anche di poter ascoltare la musica e l’hanno scelta loro. Hanno voluto brani di musica classica e d’atmosfera”, ha raccontato la maestra Pina.?Da quest’anno l’area relax entra in funzione a pieno regime: la utilizzeranno tutti gli alunni, a turno, per un paio d’ore a settimana. Come la usano i bambini? “Leggono, ascoltano la musica, qualcuno si addormenta pure”, spiega l’insegnante. Può sembrare poco, invece è tanto, perché questo spazio ha reso questa scuola di barriera, dove gli alunni di origine straniera sono in maggioranza, molto più attraente di prima: “Lo scorso anno i bambini delle materne che venivano a vedere la scuola rimanevano molto colpiti da quest’aula. E infatti l’effetto sulle iscrizioni è stato molto positivo”, dice la docente.?Ma la voglia dei bimbi di migliorare la scuola non si è fermata lì. “A un certo punto è venuto fuori che molti provavano fastidio per il troppo rumore durante il pranzo in mesa», racconta Paola Pellegrino. Così docenti e alunni si sono inventati un sistema di controllo basato su tre palette, una verde, una gialla e una rossa. A turno, uno studente viene incaricato di giudicare il livello di rumore di ciascun tavolo: se è accettabile mostra il verde, se è così così estrae la paletta gialla, se è eccessivo fa vedere quella rossa. “Potrà sembrare banale, ma funziona”, assicura Pina Spataro. In gergo si chiama “peer education”, educazione tra pari: “Se sono gli stessi bambini a far notare che il volume è troppo alto, i bambini ubbidiscono perché scatta una forma di rispetto reciproco”, evidenzia la referente di Save the Children.?Dunque, un’area relax, un sistema “anti rumore” per la mensa e poi? “Creeremo un laboratorio di scienze”, annuncia la maestra. Anche in questo caso, la richiesta parte dagli allievi, che hanno già scelto pure il nome: Albert Einstein. I lavori sono in corso e l’inaugurazione avverrà verso fine mese. Ovviamente, dice l’insegnante, “quando taglieremo il nastro saranno i bimbi a spiegare ai genitori perché hanno voluto questo luogo”.