La Spagna rispedisce in Marocco gli immigrati entrati illegalmente a Ceuta

    La Spagna ha rimandato in Marocco le 116 persone che sono entrate nel paese attraversando illegalmente il confine tra l’enclave spagnola di Ceuta e il paese africano. Lo afferma El Pais, riferendosi alle informazioni fornite dalla polizia. L’operazione è stata effettuata sulla base di un accordo che la Spagna e il Marocco hanno firmato nel 1992. L’accordo prevede che il Marocco rifiuti nel suo territorio, su esplicita richiesta della Spagna, individui provenienti da paesi terzi e entrati illegalmente in Spagna attraverso il territorio marocchino.

    Sempre secondo El Pais, ci sono le mafie dietro gli assalti dei migranti nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla. Il giornale è entrato in possesso di un rapporto della Guardia Civil, secondo il quale la mafia paga 200 dirham marocchini, poco più di 18 euro, a ciascun migrante, per tentare l’assalto. I migranti diventano così parte di gruppi protetti dalle organizzazioni mafiose che hanno regole e gerarchie interne. I leader e i loro uomini fidati raccolgono denaro e risolvono i conflitti tra i migranti, con l’imposizione di punizioni, tra cui c’è esclusione dal gruppo che entrerà in Spagna.

    Secondo la polizia, i migranti che si rifiutano di pagare i 18 euro non hanno diritto alla protezione, sono quindi esclusi dal gruppo e sono destinati a tentare l’assalto con le proprie forze. È l’organizzazione mafiosa che decide il giorno, l’ora e il punto esatto del confine in cui si verificano gli assalti, dopo aver scelto in punti più “vulnerabili” dopo accurate ispezioni dell’area e sulla base di informazioni sulle misure adottate dalle forze sicurezza e marocchino.

    Il cellulare viene recuperato dai migranti, che viene restituito dopo il passaggio. I migranti sono anche addestrati a intimidire la polizia con urla, lancio di pietre, calce e escrementi, come è successo negli ultimi due assalti a Ceuta. In caso di fallimento, si può tentare un nuovo assalto pagando ulteriori 18 euro, o espulsi dal gruppo.