LEGGE DI STABILITÀ – PER LA CORTE DEI CONTI RESTANO SCOPERTI ‘ASPETTI CRITICI E NODI IRRISOLTI’. CONTRATTI PUBBLICI, PENSIONI E SANITÀ NEL MIRINO

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    Passata l’euforia ‘post-vittoria’ (per chi ne aveva a cuore la realizzazione), ora si entra nel vivo dell’effettivo impatto della neo legge di Stabilità sulla nostra società. E a dirla tutta, le prime analisi non lasciano presagire nulla di buono. Per la Corte dei Conti, nelle dichiarazioni del presidente Squitieri, questa legge ’’lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici, pensioni) e questioni importanti (quali un definitivo riassetto del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali)’’. Misure che ’’sembrano rispondere a un disegno preciso: potenziare i segnali di ripresa riconducibili a una crescita della domanda interna, concentrando l’utilizzo delle limitate risorse disponibili (al netto di quelle necessarie a disinnescare le clausole di salvaguardia) sul rafforzamento della domanda delle famiglie e sulla riduzione degli oneri che gravano sul mondo delle imprese dando, per questa via, impulso alla ripresa dell’occupazione’’. Quindi, osserva ancora il presidente della Corte dei Conti, per quel che concerne gli investimenti infrastrutturali, la tendenza è a ’’interromperne il progressivo calo, orientando le risorse su quelli su cui è possibile (e necessario) attivare il concorso europeo’’, per un progetto economico che ’’utilizza al massimo gli spazi di flessibilità disponibili, riducendo esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici’’. Così come per quella definita finanza pubblica, dove nonostante tutto, sono ancora molti gli ’’aspetti critici che attengono innanzitutto alla tenuta del quadro di riferimento per i prossimi anni’’. L’allentamento della correzione di bilancio, ricorda la magistratura contabile, ’’secondo il Governo non pregiudicherebbe, infatti, un rientro del disavanzo di dimensioni significative’’. Un contenimento che, prosegue la Corte dei conti, ’’consentirebbe una messa in sicurezza dei conti rispetto all’originale parametro di Maastricht e rappresenterebbe, per questa ragione, un elemento rassicurante per i mercati’’. La Corte dei Conti ha inoltre analizzato ed affrontato altri molteplici aspetti di questa Stabilità 2016, se ne evince che “l’aumento dell’iva andava rimodulato e non annullato”, magari lavorando su “un articolato intervento sulle aliquote e sulla struttura stessa. ’Nonostante la riduzione della spesa già scontata nel tendenziale sia impegnativa – sottolinea Squitieri – le condizioni economiche avrebbero potuto consigliare l’adozione di interventi sulla spesa fiscale (riguardanti ad esempio un articolato intervento sulle aliquote Iva agevolate o sulla stessa struttura delle aliquote Iva) eventualmente attutiti (ma non annullati) con misure di sgravio’’. Quindi, per il presidente il rinvio, ’’pur trovando la propria ragione nella opportunità di un ridisegno organico o nella necessità di non indebolire l’impulso che può venire da una riduzione fiscale, non consente di avvantaggiarsi di un momento favorevole anche alla luce della limitata dinamica dei prezzi che potrebbe permettere di contenere la spesa’’. L’onere dell’aggiustamento, sottolinea la Corte dei Conti, ’’verrebbe a gravare, prevalentemente, sulle Amministrazioni locali, con ripercussioni negative sulla qualità dei servizi’’. Poi, la tassazione degli immobili “senza fisionomia, che richiede invece molta attenzione”. Per concludere, la Corte dei Conti ha affrontato anche il tema della Sanità dove: “le risorse s’ aumentano, ma soltanto di 500 milioni”, ricordando che però, volendo rendere fattibile l’adeguamento delle prestazioni ai nuovi Lea, l’incremento necessario, al netto, è invece di 800 milioni di euro.

    Max