Home SPETTACOLI Libri, annunciati i vincitori del premio ‘Laura Orvieto’

    Libri, annunciati i vincitori del premio ‘Laura Orvieto’

    I vincitori dell’edizione 2023 del Premio di Letteratura per Ragazzi ‘Laura Orvieto’ sono Franco Matticchio con “Bambini Nascosti” (Vànvere 2023) nella categoria 6 – 11 anni e Anna Sarfatti con “Il nido del tempo” (Giunti 2023) nella categoria 12 – 15 anni.

    La cerimonia di premiazione si è svolta questa mattina presso l’Altana di Palazzo Strozzi a Firenze, e i premi sono stati consegnati dai membri della giuria presieduta da Agata Diakoviez, consulente libraria, e composta da Teresa Porcella, autrice ed editor, Silvia Serra di Ibby International Board on Books for Young People Italia, Maria Novella Todaro e Matteo Biagi, insegnanti.

    Il Premio ‘Laura Orvieto’ è stato istituito per onorare la memoria della scrittrice per ragazzi, celebre per il suo libro “Storie della Storia del mondo”. Creato nel 1953, l’anno della morte della scrittrice, il Premio si impegna nella valorizzazione della letteratura per ragazzi. Nel corso degli anni, ha avuto giurie illustri, tra cui Gianni Rodari e Diego Valeri, Gianna Manzini e Geno Pampaloni, e ha sempre attirato l’attenzione editoriale sui suoi vincitori.

    Il Premio è dedicato a opere già pubblicate e si divide in due categorie: un’opera destinata ai bambini dai 6 agli 11 anni e un’opera per ragazzi dai 12 ai 15 anni.

    Sottolinea la giura che “Bambini Nascosti” è “un libro per giocare a nascondino scoprendo in ogni pagina i bambini di Franco Matticchio nascosti tra i rami degli alberi, dietro le porte, sotto i cuscini, negli armadi e altrove. Tanti bambini dai nomi evocativi che si celano con imprevedibili travestimenti o in improbabili luoghi”.

    “Il nido del tempo” di Anna Sarfatti è, sempre secondo la giuria, “una storia vera, intima e universale al tempo stesso, che ripercorre con ostinata grazia una delle pagine più nere della storia: la shoah e i suoi esuli. Un ricordo d’amore capace di attraversare il tempo, un gioco di infanzia che diventa, che resta, esso stesso infanzia”.