Lite Gattuso-Bakayoko, la verità del centrocampista

    Le buone notizie in casa Milan sembrano arrivare solo dai 3 punti, il resto è da rivedere. La squadra rossonera ha ottenuto una vittoria importante e sofferta contro il Bologna che tiene ancora accese le speranze Champions, ma deve far fronte a diversi problemi, a partire dall’infortunio di Biglia e all’espulsione di Paquetà, fino ad arrivare alla lite Gattuso-Bakayoko scoppiata in panchina. Dopo l’infortunio di Biglia l’allenatore rossonero ha chiesto a Bakayoko di scaldarsi, il centrocampista ha però impiegato troppo tempo per prepararsi, tanto da spingere Gattuso a scegliere Jose Mauri al suo posto. Decisione che ha scatenato la rabbia di Bakayoko, che inquadrato dalle telecamere pare abbia mandato a quel paese l’allenatore.   

    Lite Gattuso-Bakayko: “Non mi sono rifiutato di entrare in campo” 

    Sulla questione è intervenuto a caldo lo steso Gattuso ai microfoni di Sky subito dopo il termine della partita: “Avevo detto a Bakayoko di scaldarsi, lui aveva bisogno di più tempo e allora ho messo Mauri – ha analizzato l’allenatore rossonero –  Anche io ho mandato a quel paese parecchi allenatori, ma poi finiva là. In questo momento la cosa più importante è il Milan, non queste cose. Non bisogna mancare di rispetto alla maglia e al gruppo, più che a Gattuso. Ci sta un ’vaffa’, poi però quando siamo a quattrocchi in una stanzina vediamo… La voglio chiudere qua, ne parleremo nello spogliatoio nella mia lingua, che qui in tv e con i giornalisti non posso usare: sono affari nostri”. La risposta di Bakayoko non si è fatta attendere ed arrivata nella mattinata di oggi tramite un messaggio postato su Instagram: “Non accetto di essere considerato un giocatore che si rifiuta di entrare in campo quando il suo allenatore glielo chiede e che non rispetta il suo club e i suoi compagni di squadra. Mi è stato chiesto di prepararmi nel caso ci fosse un cambio, così mi sono preparato immediatamente e sono andato a scaldarmi per un massimo di 2-3 minuti, poi ho chiesto di tornare in panchina. Penso che sia tra il 23’ e il 26’, ed è quando mi siedo in panchina che l’allenatore mi parla in termini inaspettati e non faccio altro che riportare le sue parole. Niente di più. Le cose sono chiare: non mi sono mai rifiutato di entrare in campo. Mi sembra che le immagini parlino da sole. Avevo solo un desiderio, entrare sul terreno di gioco e aiutare i miei compagni come ho sempre fatto e come farò da qui al termine della stagione. Forza Milan”, ha concluso l’allenatore rossonero.