Lite sul dossier Tav al governo

    Salvini prima e Di Maio poi si dichiarano, con toni diversi, ignari dei contenuti del documento Tav inviato a Parigi. Il documento, che contiene un corposo progetto di analisi del rapporto costi-benefici della Tav al confine con la Francia, è stato inviato a Parigi e Bruxelles, ma Salvini e di Maio si sono detti all’oscuro dei contenuti. Anche se i toni sono stati piuttosto diversi, nel dirlo.
    Dunque ancora caos intorno alla Tav che diventa il nuovo elemento di discussione e lite all’interno della maggioranza: il dossier alla Francia non è piaciuto per niente a Salvini. E mentre il Pd denuncia: “Ponti ha riferito al gruppo M5S” e, intanto, Di Maio stempera o almeno prova a farlo, Matteo Salvini tuona da par suo.
    “Io, da vicepresidente del Consiglio che rappresenta gli italiani non ho l’esame costi-benefici della Tav ma pare che ce l’abbiano a Parigi. Questo è abbastanza bizzarro…”: ha detto Matteo Salvini, a margine di un’iniziativa a Terni, dopo che il ministero delle Infrastrutture ha inviato alla Francia la relazione sui costi-benefici sulla Tav.
    In suo sostegno, almeno in parte, è arrivato il partner Di Maio. “Salvini stia tranquillo, neanche io l’ho letta”, ha replicato Luigi Di Maio aggiungendo che “però, quando io mi sveglio, penso al fatto che da Roma a Pescara ci vogliono 7 ore in treno, non mi sveglio pensando a un buco per collegare Torino-Lione. Non mi sveglio pensando a come collegare meglio italiani francesi, ma a come collegare meglio italiani e italiani”.
    Salvini si lamenta in modo veemente per non aver letto le carte date ai francese. Toninelli stesso, poi, replica: “Tra Lega e M5s perfetta simmetria informativa”. Il tutto mentre i deputati democratici protestano in aula e chiedono a Fico di garantire il Parlamento. E la Gelmini chiede le dimissioni di Toninelli.
    Il professore Marco Ponti si è presentato davanti al gruppo parlamentare dei deputati grillini e gli ha illustrato il famoso rapporto costi benefici sulla Tv. Ma nei giorni scorsi il ministro Danilo Toninelli gli aveva impedito di riferire a tutto il Parlamento. E’ questa l’accusa del deputato dem Davide Gariglio che ha protestato in aula con tutto il suo gruppo con il presidente Roberto Fico. “L’ho visto con i mei occhi” ha detto Gariglio,. E ha chiesto a Fico “di far valere le prerogative del Parlamento”.