Manovra bocciata dall’Ue: al Quirinale regna il silenzio

    Era più che scontata la bocciatura alla manovra economica da parte dei Commissari dell’Ue, ma ora sarà proprio il governo italiano a doversi impegnare in un delicato lavoro di diplomazia con i colleghi d’oltralpe per scongiurare una crisi internazionale. È dunque più che mai necessario aprire la strada a qualsiasi canale comunicativo per evitare la logica dello scontro e soprattutto l’isolamento: la maggioranza deve ottenere attenzione per le proprie ragioni e realizzare gli obiettivi di politica economica che intende perseguire con la manovra. Al Quirinale intanto regna fortemente il silenzio, anche perché il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ritiene che di fronte alle ultime notizie che arrivano da Bruxelles non ci sia molto da aggiungere rispetto a quanto ripetuto in molte e diverse circostanze.?Occorre compiere ogni sforzo per garantire l’equilibrio dei conti pubblici, in modo da rafforzare capacità e competitività delle nostre imprese e tutelare il risparmio delle famiglie. Naturalmente tenendo presente che non si può rimanere prigionieri soltanto di un orizzonte interno, in “un mondo in cui si moltiplicano le interdipendenze”, dove quindi il rapporto con l’Ue resta “vitale”.?Per questo il governo con i vertici europei dovrà seguire la linea del confronto e del dialogo costruttivo, a partire dal colloquio che sabato prossimo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, avrà con il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker. Un auspicio che naturalmente riguarda anche gli interlocutori del nostro Paese, come del resto Mattarella ebbe modo di sottolineare nell’incontro di un mese fa al Quirinale con il commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici. Alle questioni legate alla manovra, si aggiungono le difficoltà con cui in queste ore deve fare i conti il governo anche sul piano interno, dopo le forti tensioni emerse durante l’esame alla Camera del ddl anticorruzione, che hanno ulteriormente inasprito anche i rapporti con l’opposizione. Sul punto il riserbo del Capo dello Stato, come ovvio, è ancora più impenetrabile. Nessuna volontà di interferire nelle dinamiche politico-parlamentari, nè tantomeno di farsi trascinare in ipotesi relative a scenari futuri relativi a governo e legislatura. Un esercizio del resto inutile, finché l’esecutivo è all’opera e gode del sostegno di una maggioranza parlamentare. E anche rischioso, nella delicata fase in cui Camere sono impegnate nell’esame della legge di Bilancio ed è aperto il difficile confronto con l’Europa.