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Manovra, nulla di fatto dopo vertice notturno PD e M5S

Si parla di 30 miliardi come cifra probabile del provvedimento in corso di discussione. Ma la decisione, in seno alla maggioranza giallorossa, non è ancora stata presa.

Si parla di Manovra, e siamo di fronte ad un un nulla di fatto dopo il più che noto vertice notturno. Che cosa è successo? Di cosa si discuteva e chi ha preso parte al meeting di Palazzo Chigi?

Ecco tutto ciò che c’è da sapere in merito a quanto accaduto o, per certi versi, non accaduto nella riunione tra i leader della maggioranza di governo.

Manovra, nulla di fatto dopo vertice notturno PD e M5S: ecco chi c’era e su cosa si discute

Pd e Cinquestelle hanno discusso nella notte ma al momento non hanno trovato una vera e propria intesa complessiva.

La discussione è apeta: da una parte c’è il fronte del no di Di Maio (e Renzi) a ogni aumento dell’Iva, e dall’altra c’è chi contesta quelli che sono stati interpretati come toni di ultimatum.

Si parla di Franceschini mentre, tra le parti, prende largo anche la posizione di Roberto Gualtieri.

“Non ci saranno misure restrittive ma una piccola espansione”, dice. E intanto, Zingaretti sostiene: “Bisognerà pagare i debiti fatti da Salvini e ricostruire la fiducia”

Aggiornamento ore 2,43

Quelli della Manovra restano, comunque tempi stretti, e si discute su cuneo fiscale e lotta all’evasione.

Non sono bastate 4 ore di vertice a Palazzo Chigi per arrivare all’intesa di governo sul Def.

La riunione in nottata voluta dal premier Giuseppe Conte ha visto partecipare il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i capi delegazione Luigi Di Maio (M5s), Dario Franceschini (Pd), Roberto Speranza (Leu), Teresa Bellanova (Iv)e il sottosegretario Riccardo Fraccaro (M5s).

Al no di Di Maio sull’aumento dell’Iva, ha replicato Franceschini che ne ha contestato i termini ultimativi.

Il nodo è trovare le risorse per la manovra: dove stanare i fondi per evitare, appunto, aumenti selettivi dell’Iva, senza far salire il deficit oltre il 2,2% del Pil.

Tuttavia il vertice notturno, non ha dato risposte. “Ci sono ancora molte ipotesi in campo”, fanno sapere delle fonti.

Alle 2 i ministri si sono salutati con la certezza di doversi riaggiornare: si dovrà lavorare tutto il giorno per arrivare a una quadra in vista del Cdm previsto alle 18.30.

Aggiornamento ore 5,21

Nel novero delle questioni si continua a spingere affinché il deficit venga alzato dal 2,2% fino al 2,3% o 2,4% per liberare risorse che evitino di alzare l’Iva.

Tutto per impedire l’aumento dell’Iva. “Stiamo lavorando a varie ipotesi”, ha detto Gualtieri, “ma la sede naturale per decidere quale strada seguire è la manovra e non la Nadef, la Nota di aggiornamento al Def, all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri.”

Nelle discussioni, anche nessun taglio a sanità e istruzione. Comunque, Gualtieri prende tempo: “Il numero del rapporto deficit/pil? Meglio non dichiarare il 2.4% facendo alzare lo spread e fare poi il 2.04%; meglio collocarsi in mezzo dall’inizio, senza turbative” quindi percorrere “una saggia via di mezzo”.

Una conferma anche superticket e per Quota 100. “Il governo si dà un orizzonte triennale, non si fanno manovre spot singole. La rotta è chiara e c’è un impegno graduale al superamento del superticket”, afferma il ministro.

E, appunto, Quota 100: “Non è serio cambiare il sistema previdenziale ogni anno”.

E ancora, occhio la mini Flat Tax. “Non siamo favorevoli alla Flat Tax. Vogliamo ridurre le tasse con progressività”, afferma il ministro dell’Economia.

Tuttavia la “mini Flat Tax” per le Partite Iva rappresenta “una misura del precedente governo che ha varato per il prossimo anno l’innalzamento ulteriore della soglia a 100mila euro: non è un mistero che io non sia un fan di questa misura, la reputo non giusta. ma poiché non è serio cambiare le carte in tavola da un anno all’altro in modo troppo radicale”,

Aggiornamento ore 9,22