Home POLITICA ECONOMIA Manovra, qualcuno ne gioirà altri no

Manovra, qualcuno ne gioirà altri no

Mentre si infervora la discussione politica intorno alla nuova manovra, che promette già una pioggia di emendamenti, ‘Il Sole 24 Ore’ ha stilato una serie di categorie che, nel bene e nel male, saranno interessate dalle nuove misure:

Giovani e Famiglie

Entrando nello specifico, il Sole 24 Ore avverte intanto che purtroppo tutte le famiglie con figli minori nati prima del 2020 non avranno nulla da guadagnare, anzi. Così come quei nuclei familiari all’intento dei quali entrambi i coniugi sono lavoratori autonomi, o a partita Iva. Stesso discorso per chi accumula un reddito annuo superiore ai 120mila euro. Quindi buone notizie anche per chi ha i redditi bassi (Ise familiare fino a 3mila euro), che dal 2020 potrà usufruire del Bonus nido. Rifinanziato inoltre il congedo obbligatorio per i neo papà (7 giorni). Ed ancora, anziani ed over 75 maggiormente ‘considerati’ e, dal prossimo primo settembre, addio al superticket. Se i cosiddetti ‘Neet in Education, Employment or Training’ (Neet: chi non studia e ne lavora), se la vedranno ancora peggio, va meglio invece per i ‘freschi’ 18enni, in virtù della proroga concessa a ’18 App’. Ok gli under 35 ed i giovani che intendono acquistare la prima casa, grazie al rifinanziamento del Fondo di garanzia, per 10 milioni di euro.

Bibite e tabacchi

Male poi per i ‘golosi’ (aumenteranno infatti le bibite con zuccheri aggiunti), ed i succubi dei ‘vizi’ come i fumatori, colpiti dall’aumento delle accise che porterà ad aumenti sui tabacchi lavorati e sigarette di circa 10 centesimi. Come se non bastasse ‘i vampiri’ trarranno linfa anche dagli accessori per le ‘sigarette fai da te’, prevedendo un aumento anche sui filtri e le cartine.
Grazie ai 23,1 mld (a fronte dei 30 della manovra) che il governo ha stanziato, il temuto aumento dell’Iva risparmierà i consumatori, scongiurando così la ‘frenata’ verso spese ed acquisti.

Inquilini felici, proprietari no

Una volta tanto a quanto sembra, la situazione arriderà ai locatori e agli inquilini – soprattutto con contratti a canone concordato – e a quanti decideranno di operare rinnovi o restauri, anche attraverso l’acquisto di mobilie ed elettrodomestici. Ovviamente, di contro, brutte notizie per i proprietari di immobili che non sia la prima casa in quanto, per effetto della fusione fra Imu e Tasi (solitamente addebitata dal 10 al 30% all’inquilino od affittuario), spetterà a loro la quota Tasi. Guai poi a rivendere prima di 5 anni la casa acquistata, in quanto l’aliquota sulla plusvalenza potrebbe arrivare fino al 26%. E sarà inoltre poco conveniente affittare negozi ora chiusi…

Dipendenti privati ri-considerati

Possono finalmente gioire i lavoratori dipendenti, ma ancora sulla carta’ (i dettagli ‘arriveranno a seguire’) i quali, dopo aver ‘scansato’ l’aumento dell’Iva, debbono però impensierirsi se in possesso di un’auto aziendale.

Statali e forze dell’ordine

Un ‘festone’ grazie al rinnovo del contratto collettivo, per ben tre milioni di dipendenti pubblici, che si tradurrà in 96 euro da aggiungere nella busta paga. E se hanno di che rammaricarsi i funzionari e dirigenti di ministeri e Presidenza, e gli insegnanti, una volta tanto possono entusiasmarsi invece dei Beni Culturali, i vigili del fuoco, e le forze di polizia.

Pos a go-gò

Come preannunciato ‘favorito’ chi sceglie di usare il Pos (e ‘sfavorito’ chi non accetterà pagamenti con la moneta elettronica), così come chi opterà per il regime forfettario. Per chi ne ha, ‘peseranno’ sia i dipendenti che i collaboratori, e chi registra compensi fra i 65 ed i 100mila euro.

Imprese italiane

Diversi infine i benefit a disposizione delle imprese italiane, in special modo a trarne maggiori benefici saranno quelle che investiranno ad esempio nelle aree colpite dal sisma del 2016; e chi investe nella formazione 4.0, nell’innovazione e in beni strumentali. infine. Incentivi anche per chi ricorrerà alla cosiddetta ‘Nuova Sabatini’. Diversamente, penalizzate le imprese digitali (in virtù dell’imposta al 3% sui ricavi), e le imprese che usano i crediti di imposta, che usano imballaggi di plastica.
M.