MAR DELLA CINA. DA 2 GIORNI CONTINUA AD ARDERE UNA PETROLIERA: SI TEME DISASTRO AMBIENTALE

    Nonostante siano passati due giorni dalla terribile collisione avvenuta sabato sera nel mar Cinese orientale contro il mercantile CF Crystal di Hong Kong, ancora oggi la petroliera iraniana Sanchi, continua ad ardere. Con oltre 136mila tonnellate di condensato (una versione ultra leggera del petrolio greggio), la nave rischia di esplodere per poi affondare da un minuto all’altro. Ma oltre che a cercare di arginare l’immane disastro ambientale che ne conseguirebbe, da 48 ore i soccorritori stanno sfidando il denso fumo e le fiamme, per cercare soprattutto di trarre in salvo i 30 iraniani ed i due bengalesi di quali si compone l’equipaggio. Oggi si è alzato in volo anche un velivolo della Marina degli Stati Uniti per poter partecipare alle ricerche. Le autorità cinesi hanno spiegato che il condensato trasportato (differente dal greggio nero che si vede spesso nelle fuoriuscite di petrolio), è stipato sotto forma di gas all’interno di serbatoi ad alta pressione e si liquefa una volta estratto. Oltre che essere altamente tossico, si tratta di una sostanza notevolmente più esplosiva rispetto al normale greggio. Intervenendo alla Bbc, John Driscoll, del JTD Energy Services, ha spiegato che “Il condensato è più probabile che si disperda o si mischi con l’acqua. Oltretutto, può essere incolore e inodore e quindi molto più difficile da individuare, raccogliere e pulire”.
    M.