Morti bianche a Rovigo, possibile l’errore umano – di Andrea Giannetti

    morti-biancheUna miscela incontrollata di sostanze chimiche, nessuna esplosione. Sono le esalazioni ad uccidere quattro operai e  a ferirne gravemente un quinto nel Veneto, ad Adria , in provincia di Rovigo. Protagonista del grave incidente, accaduto  nella giornata di ieri, una ditta dedita al trattamento dei rifiuti speciali, la Co.Im.Po.  

    Un errore umano la probabile causa della nube tossica. “C’è stata una errata manovra nel processo che la ditta faceva per trattare questi reflui, che ha comportato la nube tossica di anidride solforosa” ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Rovigo, Girolamo Bentivoglio, intervenuti subito sul posto. Secondo il Pm Sabrina Duò, sono “evidenti”, ad una prima analisi i problemi di sicurezza all’interno della ditta.

    Nel frattempo, in attesa delle autopsie sui corpi delle quattro vittime, è di omicidio colposo plurimo l’ipotesi di reato sulla quale ha intenzione di procedere la procura di Rovigo. Ancora non è chiara la dinamica dell’incidente, ma “non c’è alcun rischio di inquinamento ne’ di nube tossica all’esterno dell’azienda in cui è avvenuto l’incidente rassicura il comandante G. Bentivoglio.

    “L’area colpita dalla nube di anidride solforosa – ha aggiunto – è solo quella interna alla ditta”. Secondo il comandante, l’incidente sarebbe avvenuto durante una fase di travaso degli acidi mentre gli operai e l’autista del camion si trovavano davanti alla vasca dei reflui. Una delle vittime è stata trovata a circa 100 metri di distanza dalla vasca, sopraffatta mentre tentava di fuggire.

    Secondo le prime ricostruzioni gli operai rimasti vittime del letale mix di sostanze non indossavano le maschere di protezione, e quelli rimasti uccisi dalle esalazioni sembravano essere giunti in soccorso di un compagno di lavoro che si era sentito male per primo, poi deceduto.

    Tre rodigini e un veneziano le vittime dell’ennesima tragedia sul lavoro, si tratta di Nicolò Bellato, 28 anni, e Paolo Valesella, 53, entrambi di Adria, Marco Berti, 47, e Giuseppe Valdan, 47, di Campolongo Maggiore, in provincia di Venezia. I primi tre erano ufficialmente operai della ditta, mentre il quarto, l’autista, sembra sia un esterno. E’ in condizioni stabili e non è in pericolo di vita invece Massimo Grotto, di 47 anni, il quinto operaio della Co.Im.Po rimasto coinvolto nell’incidente.

    Proclamato il lutto cittadino dal Sindaco di Adria Massimo Barbujani. Cordoglio alle famiglie delle vittime dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal presidente del Veneto Luca Zaia. Zaia ha inoltre dichiarato: “E’ un lutto gravissimo che colpisce l’intera comunità ragionale, un incidente che ripropone con drammaticità il tema della sicurezza negli ambienti di lavoro”.

    Uno ogni 3 minuti e mezzo. Non lascia dubbi il rapporto dell’Osha, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, sui decessi nei posti di lavoro che ogni giorno riempiono le pagine di cronaca di tutti i quotidiani europei. Il triste primato all’Italia, dove l’aumento dei morti sui luoghi di lavoro rispetto ai primi 6 mesi del 2013 è del 12 per cento.  Tante, troppe, le scene che si macchiano del sangue di chi lavora in questo paese ogni giorno.

    L’agricoltura, con una percentuale di quasi 40 per cento di incidenti mortali sul lavoro, e l’edilizia i settori più colpiti dal fenomeno, seguiti poi dai servizi, industria e artigianato; fanalino di coda, ma non di certo per importanza, l’autotrasporto (5,4 per cento).

    Dal primo gennaio 2008 (giorno della nascita dell’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti bianche) sono stati accertati quasi 4mila lavoratori deceduti per incidenti sul luogo di lavoro, che in aggiunta alle morti sulle strade e in itinerearrivano a superare le 7.200 vittime per infortuni mortaliPochi ed inconsistenti fino ad oggi i segnali della politica nazionale sul tema.

    Modernizzazione, flessibilità. Parole che sembrano prendere il sopravvento nel panorama del mondo del lavoro. Prevenzione, sicurezza, formazione, ambiti immaginari che ogni giorno di più sembrano essere schiacciati dalla realtà degli appalti e dei subappalti, del precariato e dell’uso spregiudicato del lavoro nero.