Parlamento UE: uno su tre arrotonda. Rischio conflitto interessi

    Arriva un importante monito, una sorta di vero e proprio allarme che Trasparency International diffonde con toni di preoccupazione. In Europa, all’interno del Parlamento Europeo, il 31% degli eletti svolge un’attività retribuita diversa da quella di eurodeputato. Il lituano Guoga e il britannico Farage tra i più pagati: ma è una situazione generalizzata che preoccupa l’istituto.
    Con uno stipendio di 8484 euro, a cui si aggiungono le indennità tra le dieci e le dodici mila euro al mese, ci si aspetta comportamenti integri e retti, e nessuna ‘variazione sul tema’, come si suol dire.
    Invece no.
    Molti euro parlamentari arrotondano svolgendo un doppio lavoro, portando a casa cospicui bottini economici come per esempio più di 200.000 euro (Nigel Farage, colui che promosse la Brexit).
    Tutto questo viene rivelato da un rapporto di Trasparency International: il secondo lavoro, come rivela l’organizzazione che lotta contro la corruzione, “preoccupazioni etiche e politiche” anche se i conflitti d’interesse non sono “una conseguenza automatica” di un’attività retribuita.
    Il rapporto passa in rassegna duemila dichiarazioni sugli interessi finanziari. E accerta che il 60% degli eurodeputati in carica ha dichiarato di svolgere attività al di fuori del Parlamento Ue che vanno da un’occupazione regolare alla partecipazione in consigli di amministrazione o altri mandati politici. Complessivamente sono state dichiarate 1.366 attività con un aumento del 13% dall’inizio del mandato. Attualmente il 31% svolge un lavoro retribuito diverso da quello di europarlamentare.