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    Post Christchurch armi al bando

    Post Christchurch armi al bando: dopo la strage moschee la Nuova Zelanda mette al bando armi d’assalto. E il Killer mirava intanto ad un terzo obiettivo. Questo almeno è quello che emerge dalle nuove ultime ricostruzioni della vicenda. Ma intanto in Nuova Zelanda  dopo l’orribile tragedia nelle moschee di Christchurch si è deciso di mettere al bando le armi d’assalto. E dalle autorità partono accorati appelli per una fattiva lotta contro l’ideologia razzista di destra, specie da parte della premier che ha poi difeso il primato del suo Paese nell’accoglienza dei rifugiati. 

    Post Christchurch armi al bando. Tutte identificate le 50 vittime dell’attentato nelle moschee

    Intanto sono state tutte identificate le 50 vittime dell’attentato nelle moschee. E la Nuova Zelanda si risveglia metà garantista e metà preventivista dopo la tragedia. Dopo l’attacco alle moschee a Christchurch le autorità della Nuova Zelanda hanno messo al bando la vendita di armi d’assalto e di fucili semi automatici. Ad annuciarlo è stato il primo ministro, Jacinda Ardern. “Annuncio che la Nuova Zelanda metterà al bando tutte le armi stile militare”, ha detto la Ardern. Si apprende che saranno messi al bando anche i bump stock, i dispositivi che trasformano i fucili in semi automatici. “Il 15 marzo la nostra storia è cambiata per sempre. Ora cambieranno anche le nostre leggi”, ha ufficializzato la premier a 6 giorni dalla strage di Christcurch a seguito della quale sono morte 50 persone. Via anche ad un importante piano statale di buyback per riacquistare queste armi d’assalto da chi già le possiede. Un modo per incentivare, economicamente, i privati a disfarsene. 
    La scelte giunge a seguito dell’appello fatto dalla premier a una lotta mondiale contro l’ideologia razzista di destra. Intervenendo alla Bbc, Ardern ha detto che l’attentatore “era un australiano, ma questo non vuol dire che non abbiamo un’ideologia del genere in Nuova Zelanda”. Ma “se vogliamo vivere in un mondo sicuro, tollerante e inclusivo, non possiamo pensare in termini di confini”, ha sottolineto Ardern, invitando a una lotta unitaria contro l’ideologia razzista di destra.